Un calo lieve, ma importantissimo, della pressione fiscale delle aziende emerge dai dati dell’Osservatorio economico di CNA, con la ricerca “Comune che vai fisco che trovi”, dalla quale emerge che il Total tax rate per artigiani e piccole imprese arretra finalmente. L’aliquota fiscale totale media sui profitti delle piccole imprese quest’anno scenderà, infatti, sotto il 60 per cento: per la precisione al 59,7 per cento contro il 61,2 per cento del 2018. Tornando quasi ai livelli del 2011, quando era al 59 per cento.

E’ questo il risultato dell’innalzamento al 50 per cento della deducibilità Imu sugli immobili strumentali introdotta dalla Legge di Bilancio 2019 su pressione, in particolare, della CNA che ne ha fatto un cavallo di battaglia. La presentazione delle analisi a consuntivo per l’anno 2018 e delle proiezioni per l’anno 2019 conferma, però, che l’elevata pressione fiscale complessiva sul reddito permane e rappresenta un vincolo allo sviluppo delle imprese italiane.

“Abbiamo la dimostrazione che il carico fiscale è iniquamente distribuito a svantaggio delle imprese e, in particolare, delle piccole imprese personali. Si può dire che in Italia non esiste un’unica pressione fiscale, ma tante pressioni fiscali distinte in base alla diversa natura del reddito del soggetto che lo produce. Questo naturalmente non ci piace perché gli artigiani ne vengono penalizzati. Per questo CNA è passata dall’analisi alla proposta, per chiedere al Governo di invertire la rotta”, commenta Alessandro Conte, Presidente di CNA Veneto.

Secondo i dati del rapporto emerge, inoltre, un progressivo aumento della pressione fiscale comunale tra il 2011 ed il 2018 che, secondo le proiezioni sull’anno 2019,  arriverà a pesare sul Total Tax Rate per il 22%, nonostante che nel 2015 la tassazione locale si sia ridotta per piu? di 2 punti percentuali per effetto del parziale riconoscimento da parte di alcuni Comuni dell’esclusione delle aree destinate alla produzione di rifiuti speciali dal calcolo dell’imposta sui rifiuti TARI.

La ricerca ha coinvolto 142 comuni, tra cui tutti i capoluogo, analizzando il peso del fisco sul reddito delle piccole imprese e calcolando il Total tax rate (Ttr) e individuando il Tax free day (Tfd), cioè il giorno della liberazione dalle tasse, vale a dire la data dalla quale gli imprenditori cominciano finalmente a produrre per loro stessi e per le famiglie.

I comuni capoluogo Veneti sostanzialmente mantengono le posizioni degli scorsi anni e, tranne Venezia, hanno tutti i valori al di sotto della media nazionale. Come si vede dalla tabella, la pressione fiscale (Total Tax Rate) varia dal 54,48 % di Belluno, sesto in Italia e primo dei veneti, al 58,32 % di Verona, 48°, mentre Venezia, al centesimo posto, va oltre la media nazionale attestandosi al 61,10 %.

Piccola soddisfazione per le imprese venete che vedono calare la quantità di giorni lavorati per pagare il fisco. In tutti i comuni veneti ora sono più i giorni che le imprese lavorano per produrre reddito di quanti ne utilizzino per pagare le tasse. Fa eccezione Venezia, che rimane comunque ben al di sotto della media nazionale.

Prov Ranking su 142

comuni

Total tax rate Tax free day Giorni lavoro

per fisco

Giorni lavoro

per azienda

ITALIA 59,7 % (61,42) 05/08 (10/08) 218 (224) 1471 (141)
BL 6° (6°) 54,48 % (55,0) 17/07 (19/07) 172 (201) 193 (164)
VI 16° (14°) 55,74 % (56,5) 22/07 (22/07) 177 (177) 188 (188)
TV 19° (18°) 56,31 % (57,1) 24/07 (26/07) 179 (208) 186 (157)
PD 23° (22°) 56,81% (57,8) 25/07 (29/07) 180 (211) 185 (154)
RO 25° (26°) 57,02 % (58,1) 26/07 (30/07) 181 (212) 184 (153)
VR 48° (64°) 58,32 % (60,4 31/07 (07/08) 186 (220) 179 (145)
VE 100° (94°) 61,10 % (62,7) 10/08 (16/08) 196 (229) 169 (136)

“Questo percorso virtuoso è, però, solo alle prime mosse. Qualche passo in avanti è stato compiuto negli ultimi anni. Sono state, infatti, trasformate in legge alcune importanti proposte della CNA: l’introduzione del regime forfettario di tassazione del reddito d’impresa, l’introduzione del regime di cassa per la determinazione del reddito delle imprese in contabilità semplificata, l’abrogazione degli studi di settore. A incidere sulla riduzione del Ttr delle proiezioni dell’Osservatorio CNA è soprattutto l’innalzamento al 50 per cento della deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, vale a dire i capannoni, i laboratori, i negozi, vitali per un’impresa, per l’imprenditore come per i suoi dipendenti. La Legge di bilancio 2019 che l’ha prevista ha anche fissato al 2023 la sua totale deducibilità. Per rendere evidente l’immediato impatto di questo provvedimento, se fosse partita da quest’anno la totale deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, il Ttr medio nazionale si sarebbe fermato al 57,2 per cento, che significa -2,5 per cento rispetto al dato attuale”, commenta ancora Conte.

Per CNA, quindi, molto rimane ancora da fare per arrivare a un fisco più equo e sostenibile per le piccole imprese, e occorre agire senza indugio prima di tutto per semplificare il sistema, ancora molto complesso. Ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo, rivedere l’Irpef su autonomi e imprese personali, anticipare dal 2019 la piena deducibilità dell’Imu sugli immobili strumentali, aumentare la franchigia Irap almeno a 30mila euro, rivedere i criteri per i valori catastali, agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali, evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso l’uso intelligente della fatturazione elettronica. Sono queste le proposte della CNA per un fisco equo e sostenibile per piccole imprese e artigiani, che sia anche leva per la crescita e lo sviluppo.