E’ in crescita rispetto allo scorso anno – da 8 al 10, in pratica un Comune ogni tre e mezzo – il numero di Comuni di Veritas dichiarati da Legambiente rifiuti free.
Ai confermati Cona e Fossalta di Piave (categoria meno di 5.000 abitanti); Ceggia, Campagna Lupia, Campolongo Maggiore e Meolo (tra 5.000 e 15.000 abitanti); Mira e San Donà di Piave (oltre 15.000 abitanti) si sono infatti aggiunti Camponogara e Stra, entrambi con popolazione compresa tra 5.000 e 15.000 abitanti.
I Comuni sono stati premiati da Legambiente in modalità virtuale, causa Covid.
La graduatoria dei Comuni rifiuti free viene elaborata ogni anno da Legambiente, incrociando la percentuale di differenziata (comunque superiore al 65%) con la produzione di rifiuto secco residuo, che deve essere inferiore a 75 kg/anno per persona.
In base a questi parametri, nel 2020 Fossalta di Piave (4.166 abitanti) ha raggiunto l’88,6% di differenziata e 55,4 kg/anno per persona di rifiuto secco; Cona (2.884 ab) 82,8% e 74,9 kg; Ceggia (6.103 ab) 85,5% e 52,1 kg; Campolongo Maggiore (10.717 ab) 80,4% e 60,8 kg; la new entry Stra (7.589 ab) 78% e 74 kg; Campagna Lupia (7.171 ab) 80,1% e 74,1 kg; (6.257 ab) 82,2% e 75 kg; la seconda nuova entrata Camponogara (13.158 ab) 78,1% e 75 kg; San Donà di Piave (42.131 ab) 84,9% e 69,3 kg; Mira (37.974 ab) 81,5% e 70,1 kg.
Da segnalare che San Donà di Piave e Mira risultano il nono e l’undicesimo Comune veneto per numero di abitanti, davanti ad esempio a Belluno, Castelfranco, Conegliano, Vittorio Veneto.
Ottima anche la posizione di Veritas nella classifica dei gestori. Veritas opera nel territorio della Città metropolitana di Venezia, uno dei più turistici d’Italia, con oltre 50 milioni di presenze turistiche, ovviamente registrate in periodo pre Covid. In base ai calcoli di Legambiente, Veritas ha fatto registrare nel 2020 una produzione di rifiuto secco residuo per abitante/anno di 149,1 kg e una media di differenziata del 71,1%. Un ottimo risultato, soprattutto se si tiene conto che nessun gestore considerato nella classifica opera in un territorio così popoloso e turistico come il nostro.
Ma la sola quantità pro capite di rifiuto secco residuo – pur depurata dagli ingombrati, come calcola Legambiente – non è un indicatore realistico, soprattutto se applicato a grandi città o territori turistici. E’ infatti evidente che la presenza di studenti, turisti e pendolari fa aumentare la produzione di rifiuti e falsa la media pro capite, ottenuta dividendo il totale dei rifiuti raccolti per il numero dei residenti.
Non a caso al vertice della classifica dei Comuni rifiuti free di Legambiente ci sono tre Comuni trevigiani (Monfumo 1.315 abitanti, Povegliano 5.085 ab e Vedelago 16.482) dove il turismo è numericamente scarso, se non inesistente.
Questo metodo di calcolo spiega anche l’assenza di Venezia che, invece, per il quarto anno consecutivo è stato dichiarato da Ispra il primo grande Comune italiano per percentuale di differenziata.
Questo criterio , inoltre, non tiene conto dei sistemi di smaltimento e di quanto questi siano virtuosi. Veritas, ad esempio, è la prima azienda in Italia ad aver tracciato e certificato le filiere di tutti i materiali e ogni anno fa registrare percentuali sempre crescenti di differenziata. Nel 2020, infatti, la media dei 45 Comuni gestiti è arrivata al 73,28% (+3% rispetto al 2019) con 24 dei 45 Comuni che hanno superato l’80% e altri 15 il 75%.
Inoltre, già da anni, portiamo in discarica solo il 3% delle 540.000 tonnellate di rifiuti raccolte nel nostro territorio (in un anno senza Covid). Restano quindi circa 150.000 tonnellate di rifiuto secco residuo che diventano 60.000 tonnellate di Css (15% del totale), dopo il trattamento e un’ulteriore cernita per cercare di recuperare altri materiali riciclabili che i cittadini per errore hanno conferito nel secco residuo.
Questo Css viene poi trasformato in energia elettrica nell’impianto di Fusina.
Nel nostro territorio, dunque, l’82% dei rifiuti prodotti dai cittadini è riciclato o riutilizzato.