A livello nazionale si è rotta la trattativa che avrebbe condotto al rinnovo del CCNL dopo 6 anni
Vigilanza privata, con l’attivo dei delegati parte la protesta nella Marca
Da 6 anni con il contratto collettivo nazionale scaduto, senza aumenti salariali, con stipendi insufficienti a remunerare professionalità e quotidiani sacrifici, nonché vessati da continue violazioni delle norme contrattuali e per la sicurezza sul lavoro. Sono i lavoratori della vigilanza privata e gli addetti alla sicurezza, che nella Marca Trevigiana si stima essere 2.500, e che con l’attivo unitario dei delegati delle Sigle di categoria di CGIL, CISL e UIL avviano anche sul territorio una fase di mobilitazione. A darne notizia i segretari generali territoriali di FILCAMS CGIL, Alberto Irone, di FISASCAT CISL, Patrizia Manca, e di UILTUCS UIL, Massimo Marchetti.
“Dopo un percorso di trattative decisamente faticoso nel tentativo di migliorare le condizioni di lavoro e restituire dignità all’impegno giornaliero, diurno, notturno, feriale e festivo, di guardie giurate e addetti alla sicurezza, le associazioni datoriali lo scorso 18 marzo hanno comunicato di non avere il mandato alla prosecuzione del negoziato da parte delle aziende del comparto, ponendo fine così al confronto. Un atteggiamento profondamente irrispettoso delle associazioni datoriali nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori – sottolineano con amarezza i Sindacati -. Un comportamento che oltretutto mette in luce anche la difficoltà a tutelare gli interessi stessi delle aziende loro associate”.
Da parte loro, lavoratrici e lavoratori chiedono in primo luogo maggiore rispetto e lo chiedono ormai da sei anni: rispetto delle regole, del lavoro, delle professionalità, delle condizioni economiche e di vita. Negli anni sono infatti andate scemando le garanzie date dalla piena applicazione del contratto di lavoro. “Via via si sono affievolite – denunciano le Sigle di categoria trevigiane – le tutele in tema di sicurezza, organizzazione del lavoro, garanzia di salari adeguati alle mansioni svolte”.
“Le guardie particolari giurate e gli addetti ai servizi di sicurezza chiedono quindi – riportano Alberto Irone, Patrizia Manca e Massimo Marchetti -: garanzia occupazionale e retributiva in occasione del cambio di appalto che vede la successione di aziende diverse per lo svolgimento della medesima attività presso i committenti, ovvero evitare il dumping contrattuale; rispetto di turni e orari di lavoro, coerenti con l’esigenza di recupero psico-fisico e le norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro; riconoscimento della professionalità, in considerazione delle caratteristiche dei siti presso i quali si garantisce la sicurezza; aumento salariale, per rispondere ai bisogni dei singoli e delle famiglie”.