Punto Stampa Zaia
Punto Stampa Zaia

Nel consueto punto stampa, il Governatore Luca Zaia ha fatto il punto della situazione, in particolare sul primo giorno di riapertura degli esercizi pubblici.

“Stiamo seguendo anche con un po’ di ansia questa nuova fase che qualcuno chiama anti lockdown. Non nego che sino arrivate decine e decine di foto e video dei centri città con movida a cielo aperto. Io non ho nulla contro le feste e le movida, ma il tema degli assembramenti e dell’uso delle mascherine sono fondamentali perché ci sia sicurezza. L’ho detto anche ieri, la mascherina e le regole non devono essere vissute come delle coercizioni o delle attività da regime, ma stiamo parlando di due elementi salvavita. Il Veneto ha dato con forza queste regole, perché noi abbiamo deciso di aprire in maniera importante. Si chiede questo sacrificio, anche se trovo assurdo che io debba dire ogni giorno ‘portate la mascherina’.  Un amico mi ha mandato alcune foto e video in cui ci sono persone con lo spritz in mano e senza mascherina. Gli ho risposto con due frasi: gli aspetteremo alle porte degli ospedali, e la cosa che più fa male è che queste persone sono le stesse che poi vanno a fare la morale sui social per richiamare il senso di comunità. Questo è senso del rispetto civico che è zero. E la cosa che mi fa più male che sono i ragazzi che mi mandano i video e poi dicono che era meglio che non venisse data alcuna concessione. L’ho detto anche giorni fa, il virus non ha più probabilmente un mitragliatore a disposizione, però è un eccellete cecchino, gli basta un proiettile per colpire una persona. Se qualcuno sta coccolando l’idea, galvanizzato dal fatto che abbiamo aperto, che tutto sia finito, gli dico che è sulla strada sbagliata. Per carità, ci possiamo affidare al buon Dio, o alla fortuna per chi non ci crede, sappiamo che è una roulette russa e la proviamo.  Sta di fatto che se il virus ci contagia noi riempiamo gli ospedali, forse qualcuno non lo ha capito. Abbiamo passato la responsabilità dall’ospedale all’individuo. Non è più una responsabilità sanitaria. Quante volte rivendichiamo la libertà e la possibilità di decidere del nostro futuro? Beh, se questa è la decisione sul nostro futuro qualcosa avrei da ridire. Io non sono chiamato a fare prediche paternalistiche, e non sono neppure chiamato ad attivare percorsi di rispetto delle regole. Vi dico che le regole d’ingaggio sono chiare, il rischio che corriamo è il ricontagio. A me basta che questo discorso rimanga agli atti, ma non per lavarmene le mani. Inutile che si chiedano diritti e quando è il momento di rispettare le regole da qui sino al 2 di giugno in libertà non lo si faccia. Quindi io rinnovo l’appello a tutti di far quadrato e rispettare le regole. La contabilità comunque l’avremo nel giro di otto giorni. I dieci giorni se i contagi aumentano richiuderemo i bar, richiuderemo i ristoranti, richiuderemo tutto e torneremo a chiuderci in casa con il silicone. È questo quello che vogliamo? Io decisamente no, però serve un minimo di impegno. Abbiamo avuto 1.820 persone che sono morte. Lo dico ai complottisti che fanno continuamente video: un po’ di rispetto per i morti lo vogliamo avere? Prima di fare e dire certe cosa pensate ai morti. Parlo di persone anziane che, invece di fare i terrapiattisti, si sono rimboccate le maniche e hanno fatto grande il Veneto”.