Beccato due volte in tre giorni a spacciare sostanze stupefacenti, e nella seconda occasione un agente della Polizia Giudiziaria è rimasto anche contuso nella colluttazione che ha preceduto il fermo.
È accaduto a Treviso, dove stamattina un richiedente asilo pakistano è stato sorpreso in flagranza di reato di fronte all’Istituto Riccati, intento a vendere marijuana a giovani studenti italiani, probabilmente minorenni. M.A. non è nuovo a questo tipo di condotta: si tratta di un ragazzo pachistano di trentun anni già noto alle autorità, espulso dal centro di accoglienza dell’ex Caserma Serena e già identificato più di una volta nelle zone di spaccio. La richiesta di asilo politico gli è stata negata e adesso è in attesa del pronunciamento in merito al suo ricorso: nel frattempo, risulta senza fissa dimora e nullatenente.
Appena due giorni fa, martedì 9 gennaio intorno alle ore 19:00, era stato fermato in via Orioli dagli agenti della Polizia Giudiziaria in abiti civili, mentre vendeva sostanze stupefacenti ad una giovane ragazza italiana. In tasca, 11 grammi di marijuana già suddivisi per dosi e 160,00 euro in contanti, una somma sospetta per una persona in stato di indigenza. Gli agenti avevano allora provveduto al sequestro penale del denaro e delle sostanze illegali, e avevano deferito M.A. all’autorità giudiziaria.
Evidentemente non è bastato, perché stamattina, intorno alle 7:30, la scena si è ripetuta davanti ad una delle scuole del Centro Storico. Accortosi della presenza degli agenti, il ragazzo pakistano è fuggito, ma è stato infine raggiunto all’altezza delle Poste Centrali, in via degli Scaligeri. Nella successiva colluttazione un agente ha riportato delle lesioni di non grave entità, per le quali è dovuto però far ricorso alle cure sanitarie dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
Nuovamente accompagnato in Comando, M.A. è stato trovato in possesso di una dozzina di dosi di marijuana. È stato allora interpellato il P.M.: l’autorità giudiziaria ha così disposto che il delinquente fosse denunciato a piede libero; a M.A. vengono contestati quindi i reati previsti e puniti dagli artt. 73 del D..R. 309/1990 (spaccio), 337 c.p. (resistenza) e 582 c.p. (lesioni).