L’ospedale San Valentino di Montebelluna è il primo centro del Triveneto che dispone di un “guardaroba” di reti biologiche e biosintetiche. Si tratta di un vero e proprio armadio in cui sono custodite una serie di protesi bio per le ernie che danno una disponibilità immediata in caso di intervento.
“Un traguardo importante raggiunto grazie alla tenacia e passione dei nostri medici che hanno raggiunto l’obiettivo di poter contare su questi ausili fondamentali in conto deposito che significa sostenere esclusivamente i costi dell’utilizzo – sottolinea Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss 2 Marca trevigiana – Avere a disposizione questi materiali innovativi 24 ore su 24, 7 giorni su 7, era un obiettivo che ora abbiamo raggiunto con soddisfazione di tutti e con la garanzia che i pazienti hanno immediatamente a disposizione la protesi di cui necessitano”.
Il progetto è stato realizzato grazie alla fattiva collaborazione tra il chirurgo Alberto Sartori e il dottor Simone Pengo, responsabile della Farmacia ospedaliera del Distretto Asolo. Da alcuni anni l’U.O. di Chirurgia del presidio ospedaliero San Valentino di Montebelluna è centro di riferimento italiano per il trattamento delle ernie e dei laparoceli: 400 ernie e circa 50-70 laparoceli vengono trattati ogni anno.
Un centro di riferimento per la parete addominale grazie al chirurgo del San Valentino, Alberto Sartori, responsabile del master di chirurgia della parete all’università di Verona e docente nelle due scuole italiane: Società italiana di Chirurgia e Ishaws di Roma.
“Questo guardaroba come lo abbiamo definito ci consentirà di continuare a trattare addomi con laparoceli complessi, ernie iatiali, in cui ci stiamo ritagliando uno spazio nel panorama chirurgico italiano, e non meno importante potremmo trattare tutte le donne che dopo l’intervento vorranno una gravidanza. Un ringraziamento va a tutta la squadra che permesso questo risultato” conclude il dottor Sartori.