Grande partecipazione di progettisti per la 18° edizione di PAO. La giuria d’eccezione presieduta da Paolo Baratta deciderà a breve la rosa dei selezionati
Il Premio Architettura Città di Oderzo, che promuove progetti di rigenerazione del patrimonio edilizio del Triveneto, si riconferma un appuntamento di prestigio a livello nazionale. Ben 79 degli 83 progetti pervenuti hanno già superato il vaglio della verifica tecnica risultando formalmente in gara. La giuria, composta da cinque illustri esponenti del mondo dell’architettura e presieduta dall’ex presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, si riunirà a giorni per stilare la rosa dei selezionati, tra cui saranno successivamente individuati il vincitore del Premio e le tre menzioni speciali.
Protagoniste del Premio Architettura Città di Oderzo, giunto quest’anno alla 18° edizione, sono le opere realizzate nel territorio del Triveneto tra il 2018 e il 2022 purché volte al riuso di spazi edificati esistenti, luoghi degradati e vuoti urbani. L’iniziativa è promossa dal Comune di Oderzo, dalla Provincia di Treviso, dall’Ordine degli Architetti di Treviso, dalla Fondazione Oderzo Cultura e da Assindustria VenetoCentro. Un appuntamento architettonico a cadenza biennale che si riconferma di grande richiamo: sono infatti 79 i progetti in gara e risultati idonei degli 83 pervenuti entro lo scorso 5 settembre. Il Palaluxottica di Agordo dello Studio Botter + Studio Bressan, il trevigiano Museo Bailo Studiomas architetti e Heinz Tesar e il Parco didattico del Livelet di Revine Lago (con la firma di Fabio Nassuato, Paolo Piccin, Ilaria Golla, Federica Dan ed Enrico Conti) sono solo alcuni dei vincitori e dei segnalati delle passate edizioni, a testimonianza della grande qualità dei progetti partecipanti.
Nel 2022 il Premio, che vede la presidenza di Maria Scardellato, Sindaca di Oderzo, segna il suo 25esimo anno dalla fondazione, celebrato anche con la digitalizzazione del catalogo delle 17 edizioni passate dal 1997 e che sarà presto disponibile online nell’Archivio storico della Biennale di Venezia. Un’edizione questa all’insegna della semplificazione e dell’innovazione, optando per un’unica sezione di concorso che vedrà premiato un unico vincitore e conferite tre menzioni speciali a progettisti di altrettante architetture virtuose di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Nello specifico, la menzione speciale “Architettura dei luoghi del lavoro” quali sedi produttive, showroom, edifici dirigenziali e siti analoghi capaci di consolidare il rapporto tra architettura e impresa, è intitolata a Tiziana Prevedello Stefanel, architetta e imprenditrice di Oderzo prematuramente scomparsa nel 2018. La menzione “Architetture per la comunità” ha invece come protagoniste le opere di iniziativa pubblica esempio virtuoso di buone pratiche di intervento rigenerativo sul territorio è intitolata alla memoria di Francesca Susanna, architetta responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Provincia di Treviso mancata nel 2019. Infine, la terza menzione, novità assoluta per il Premio e indirizzata ai progettisti under 35, è dedicata al ricordo di Marco Gottardi e Gloria Trevisan, i due giovani architetti deceduti nel rogo della Grenfell Tower di Londra il 14 giugno 2017.
A selezionare i vincitori tra i 79 progetti in gara ci penserà la giuria di esperti presieduta da Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia fino al 2020 e già ministro della Repubblica. Al suo fianco le architette Simona Malvezzi (co-fondatrice dello studio Kuehn Malvezzi) e Martina Salvaneschi (co-fondatrice dello studio Associates Architecture), inoltre gli architetti Stefano Gri (co-fondatore di GEZA Architettura) e Luigi Lucchetta (product manager per Désirée divani del gruppo Euromobil). Una giuria di grande prestigio dunque che anche quest’anno conferirà la vittoria a un meritevole progettista.