Quanti sono i migranti richiedenti protezione internazionale che attualmente sono ospitati nella nostra regione? Al Veneto, secondo il piano approntato dal ministero dell’Interno, ne spetterebbero 10.477, ma la cifra è già stata superate: attualmente i migranti sono 10.526, distribuiti in 206 comuni (su 576).

 

I dati

Il dato lo ha fornito ieri mattina il prefetto di Venezia, Domenico Cuttaia, nel corso della seduta periodica del Tavolo di coordinamento regionale. E altre 50 persone sono arrivate ieri sera da Trapani. Il prefetto Cuttaia ha ricordato che la ripartizione per provincia avviene in base al criterio della densità demografica. Ecco allora che la provincia più accogliente appare al momento quella di Padova, dove sono ospitate 1964 persone (quasi 500 persone sono concentrate al centro di accoglienza per migranti a San Siro di Bagnoli). Il secondo posto, in questa particolare classifica, è occupato dalla provincia di Verona (1954). La terza piazza, in questa graduatoria della solidarietà, è occupata, ex-aequo, da Treviso e Vicenza (1860). Un dato assai vicino a quello di Venezia (1827): ben 700 profughi sono ammassati all’ex base di Conetta. In fondo alla graduatoria Rovigo (556) e Belluno (505). La presidente di Anci Veneto, Maria Rosa Pavanello, sindaco di Mirano, ha espresso preoccupazione per le situazioni “esplosive” di Conetta e di Bagnoli. «Pur garantendo la partecipazione alle attività di coordinamento regionale – ha sottolineato la presidente Pavanello – preciso che in merito al tema Sprar (il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) Anci Veneto ha opportunamente fatto, nel 2015, attività di informazione sulle modalità del bando. Per il futuro, considerata la non obbligatorietà della partecipazione, saranno i singoli amministratori a scegliere, in base anche alla disponibilità del proprio territorio, se accdere a questo tipo di bandi o meno. Anci Veneto non può impegnare la disponibilità dei singoli sindaci».

 

Il dato positivo

Una notizia sicuramente positiva è rappresentata dall’incremento, da tre a quattro, del numero delle commissioni incaricata di valutare lo status dei migranti (dopo Padova, Vicenza e Verona, a breve sarà operativa la commissione provinciale di Treviso). Se Manuela Lanzarin, ribabadendo la contrarietà della giunta Zaia alla politica nazionale di accoglienza, ha garantito il massimo impegno sul versante dell’assistenza sanitaria e dell’attività di prevenzione di igiene e di salute pubblica, Valentina Tomasi, assessore del Comune di Belluno, sostiene che «sta prendendo piede l’accoglienza diffusa, e questo non può che renderci orgogliosi, visto che è il modello da sempre proposto a Belluno, che ha consentito un’integrazione ai profughi «consentendo loro di fare piccoli lavori». A questo tema è particolarmente sensibile Elisa Venturini, sindaco di Casalserugo e vicepresidente dell’Anci: «I cittadini non capiscono perché dei giovani che potrebbero rendersi utili, restino tutto il giorno a bighellonare. Queste persone non possono ottenere vitto e alloggio senza contraccambiare. Resta ancora irrisolto il nodo dei tempi lunghi di esame delle pratiche: il fatto poi che molti migranti n presentino ricorso, fa slittare alle calende la definizione degli status».

Gian Nicola Pittalis

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