Firmato l’accordo sottoscritto tra Regione Veneto e Consorzio Sis sulla Pedemontana Veneta, la superstrada a pedaggio che si sta costruendo tra Spresiano, nel trevigiano e Montecchio Maggiore nel vicentino. L’accordo prevede il completamento dell’opera entro il settembre 2020 (previa contributo regionale straordinario di 300 milioni) e l’apertura anticipata al traffico di alcuni tratti nel corso dell’anno prossimo.
I cantieri saranno vincolati ad un cronoprogramma molto stretto e se occorre dovranno essere garantiti anche doppi turni di servizio. Questa è la maggiore infrastruttura pubblica in corso d’opera in Italia e può tranquillamente assorbire tra i 40 e i 50 milioni di lavori al mese. La genesi dell’opera è largamente nota: il progetto, entrato negli annali della Regione nel 1990 e messo a punto nel 2002, è andato in gara nel 2006 ed è stato aggiudicato tre anni dopo a Sis da una sentenza del tribunale che ha respinto il ricorso di Impregilo; prevede la realizzazione di un tratto di 95 chilometri (più 68 km di opere accessorie) dotato di 16 caselli e spalmato su 36 comuni vicentini e trevigiani per collegare la A4 all’A27.
Si prevedono penali per Sis in materia di stati d’avanzamento, qualità delle opere e puntualità nel pagamento degli espropri. Scongiurata l’addizionale Irpef, che rischiava di ricadere sulle teste dei veneti contribuenti. Questo grazie allo spacchettamento in due tranche, 140 milioni nel 2018 e 160 milioni nel 2019, del mutuo trentennale stipulato con Cassa depositi e prestiti per erogare il contributo previsto e Sis ha accettato di accolarsi i 15 milioni di oneri finanziari derivanti