Il “Progetto definitivo del Collegamento ferroviario con l’aeroporto Marco Polo di Venezia”, proposto da RFI e Save, gestore dell’aeroporto e presentato in questi giorni alla Regione del Veneto per la Valutazione di Impatto Ambientale, costituisce l’ennesima violazione da parte dello Stato italiano delle decisioni adottate dall’UNESCO, attraverso il Comitato per il Patrimonio Mondiale (WHC), per la tutela del sito “Venezia e la sua Laguna”. Questa l’affermazione di una nota stampa da parte di Italia Nostra, che poi prosegue il ragionamento.
Il progetto prevede la realizzazione di un tratto di linea ferroviaria di circa 8 Km, costituita da un primo tratto a doppio binario che si sviluppa in stretto affiancamento alla Bretella Autostradale A27, mentre in prossimità dell’Aeroporto e all’interno del sito UNESCO “Venezia e la sua Laguna”, diventa a binario singolo sotterraneo con conformazione “a cappio”.
Si da il caso che le decisioni WHC 40 COM 7B.52 (Istanbul, 2016), 41 COM 7B.48 (Cracovia, 2017) e 43 COM 7B.86 (Baku, 2019) chiedono allo Stato italiano: “di fermare tutti i nuovi progetti all’interno del sito, prima della valutazione intermedia del Piano di Gestione e prima della presentazione dettagliata degli interventi di sviluppo proposti con Valutazioni d’Impatto sul patrimonio (HIAs) e Valutazione Ambientale Strategica (VAS), al Centro del Patrimonio Mondiale, in conformità col paragrafo 172 delle Linee Guida Operative, ai fini della revisione degli organi consultivi”.
Di certo 4 km di tunnel sotterraneo in ambito UNESCO possono definirsi “progetto impattante”, tenuto anche conto che l’opera viene realizzata in una zona geomorfologica delicatissima, ricca di paleoalvei di fiumi e in stretta relazione idrogeologica con la Laguna di Venezia. I documenti indicano che la galleria attraverserà sedimenti alluvionali dell’ultimo massimo glaciale appartenenti al sistema deposizionale del fiume Brenta, producendo un abbassamento artificiale del livello delle falde che rischia di richiamare acqua dal sistema acquifero costiero con conseguente avanzamento verso terra del cuneo salino e connessa destrutturazione dei livelli argillosi della gronda lagunare.
Inoltre è previsto che le acque di emungimento estratte durante la realizzazione della Galleria Venezia 1, ricche di arsenico e pari a circa 10.000 m3/giorno, siano sversate nella Laguna di Venezia. Per giunta il progetto prevede la totale demolizione del borgo storico di Ca’ Litomarino lungo il fiume Dese, tipico esempio di architettura rurale tradizionale dei territori di bonifica, riportato nelle mappe catastali storiche già nel 1920, e incastonato fra le anse di uno dei più bei fiumi di risorgiva della pianura veneta, area dal rilevante interesse ambientale e paesaggistico e tutelata ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs. n. 42/2004.
Di tutti questi motivi di rischio per il patrimonio culturale e naturalistico e dell’ennesima violazione da parte dello Stato italiano delle decisioni UNESCO, daremo immediata notizia al Comitato del Patrimonio Mondiale (WHC) di Parigi, affinché ne tenga conto in vista della prossima decisione sulla permanenza o meno di Venezia nella “Lista del Patrimonio Mondiale” (WHL).
Italia Nostra, infine, rileva come la finalità di ridurre il traffico su gomma (privato, taxi, NCC, autobus di linea, pullman extraurbani, ecc.) e il traffico acqueo (motoscafi, TPL, lancioni, ecc.) in arrivo e in partenza dall’aeroporto, a favore di una mobilità ecologica su rotaia, sia condivisibile (Italia Nostra aderisce ad AMODO, l’Alleanza per la Mobilità Dolce, che promuove questo tipo di spostamento). Questo favorirebbe la riduzione di gas climalteranti nell’atmosfera in linea con i 17 Sustainable Development Goals (SDGs) individuati dalle Nazioni Unite, e limiterebbe la realizzazione di nuovi parcheggi a Tessera, in applicazione dei principi di qualità urbana e sulla riduzione del consumo di suolo. Tuttavia il gigantesco “cappio” sotterraneo (funzionale ad evitare l’inversione di marcia dei treni nella stazione “Aeroporto Marco Polo”) costituisce un’opera inutile e sovrabbondante, poiché, per le caratteristiche dell’infrastruttura ferroviaria storica, l’unico modello di esercizio ferroviario possibile è una navetta Venezia-Mestre-Aeroporto, per la cui realizzazione è sufficiente una stazione di testa a binario multiplo.