FOMO, Fear of missing out, è un acronimo che indica la paura di essere esclusi, tagliati fuori. Uno dei primi scienziati a studiare questo disturbo è stato Andrew Przybylski, ricercatore dell’università di Oxford.
Parliamo, dunque, di una forma di ansia sociale che scaturisce dalla paura compulsiva di essere esclusi dalle vite degli altri. Ne deriva una vera e propria dipendenza dai social network che porta a controllare il telefono in continuazione (in media di 150 volte al giorno, sostengono alcuni studi) per essere sempre aggiornati su tutto.
Tipologie di FOMO
La sindrome FOMO può manifestarsi in diversi modi: ad esempio, si parla di nomofobia (no mobile phone fobia) quando non si riesce a sopportare l’idea di restare senza smartphone. Basta un imprevisto qualsiasi, come una zona dove non c’è campo o una batteria scarica, per innescare un senso di ansia difficile da tenere a freno.
Quest’ansia può comportare la sindrome da vibrazione fantasma (ringxiety): chi ne è affetto, dunque, si precipita a controllare il telefono nella convinzione – errata – che ci siano nuovi messaggi o chiamate in arrivo.
Cause e sintomi
La paura di essere esclusi è assolutamente fisiologica: l’epidemia di FOMO a cui stiamo assistendo, però, è fortemente legata ad un eccessivo utilizzo dei social media.
Chi soffre di questo disturbo al risveglio accende immediatamente il telefono, tiene gli occhi incollati allo smartphone mentre mangia oppure continua ad armeggiare con il dispositivo anche quando è ormai a letto.
Ma non è tutto: si sente quasi obbligato a pubblicare post o stories a intervalli regolari, teme (senza un motivo valido) di essere escluso dal gruppo dei pari o si fa prendere dal panico se non c’è campo o se il telefono si spegne.