“Con il favore delle tenebre, il nostro trattore-dottore (lui sì è indistruttibile…) si fa carico del tram-paziente colpito dall’ennesimo infarto. Nell’officina-ospedale la mitica squadra di meccanici-chirurghi riusciranno anche questa volta a salvare una tram-vita?”
Questo è il messaggio che si legge sulla pagina della associazione No Rotaie e che fa vedere l’ennesimo contrattempo documentato dal video. Ed è proprio l’Associazione No Rotaie, evoluzione del Comitato No Rotaie di Voltabarozzo, a fare da “videomaker paparazzo”, con tanto di commento da parte della presidente Liliana Gori.
Il fatto risale a sabato scorso 15 aprile, il tram ripreso da un telefonino in zona Prato della Valle alle prese con l’ennesimo stop e che costringe i cittadini ad assistere nuovamente al traino del tram su rotaia, a breve distanza dalla stazione centrale dei treni, ma anche in direzione opposta, verso il capolinea della Guizza.
Una vecchia storia
Il tram su rotaia, voluto da Giustina Destro, ora considerato da molti obsoleto e desiderato dall’allora vice sindaco Lorenzoni, non è mai stato digerito dai tanti residenti e commercianti di Voltabarozzo e zona Facciolati . Molti episodi che hanno caratterizzato gli nconvenienti e guasti a cui spesso il vecchio tram è soggetto se non quando il danno è plateale, non sono stati spiegati a dovere.
“Questo tram su mono rotaia previsto per il SIR3 e il SIR2, a differenza del trasporto pubblico elettrico da noi proposto quale valida e futuristica alternativa, – dice Liliana Gori – è invasivo e antieconomico per le casse comunali, è soggetto a costi di gestione e manutenzione sproporzionati anche a causa di blocchi frequenti soggetti a traino da trattore nonché da deragliamenti passati. Noi padovani ci chiediamo se l’Amministrazione comunale sia davvero ancora convinta di volere adottare convintamente una simile vecchia tecnologia e mezzo che nel mondo è stato adottato quasi vent’anni fa da solo sette città nel mondo tra cui esosamente Padova.”