Un conto è la fase emergenziale legata alla tempesta Vaia, peraltro chiusa lo scorso gennaio con ordinanza del Capo di Dipartimento della Protezione Civile nazionale, un altro è invece la fase operativa ordinaria, che interessa direttamente gli interventi per il superamento della crisi causata dagli eccezionali eventi metereologici dell’autunno 2018.
Tra questi rientrano anche tutti gli aspetti di ripristino, di gestione delle opere agricolo-forestali per rimettere in sicurezza le foreste colpite da una calamità naturale mai vista prima nelle Dolomiti e nelle Prealpi Venete.
I tecnici della Unità organizzativa Foreste e Selvicoltura sono impegnati tanto sul fronte della difesa ambientale, tanto su quello dei sostegni per affrontare la questione legata alla gestione del parassita che colpisce, da sempre, i boschi veneti.
“Fin da subito – ha dichiarato l’Assessore all’Ambiente e alla Difesa del Suolo della Regione del Veneto, Gianpaolo Bottacin – la fase emergenziale è stata gestita in Veneto in modo egregio grazie all’attività dei molteplici soggetti attuatori coordinati dal commissario. Fin da subito è stato affrontato in questo ambito anche il tema degli schianti, che tra le conseguenze porta anche il bostrico. Tra le varie attività anche una convenzione importante con l’Università di Padova, vari cantieri di esbosco operati dai servizi forestali per oltre 500.000 euro e molto altro, tra cui l’aggiornamento del piano di incendi boschivi approvato in aula”.
“Non è quindi mai stata sottovalutata la problematica, – ha aggiunto Bottacin – ma anzi affrontata in maniera coordinata. Nella gestione post Vaia sono stati coordinati migliaia di cantieri a tempo di record e per questo ringrazio tutte le strutture regionali e i soggetti attuatori. In molti casi si sono dovute contemperare esigenze opposte come ho spiegato in aula martedì scorso, per esempio nella rimozione degli alberi in alcuni siti che avrebbe creato seri rischi valanghivi. E proprio per questo ci siamo anche dotati di un piano di protezione civile specifico per questo, come ben sanno i sindaci coinvolti. Adesso si passa dalla gestione effettuata in base allo stato di emergenza nazionale alla gestione regionale attraverso un coordinamento di varie competenze trasversali, come per altro è stato fino ad ora”.
“Tra le azioni che come Regione abbiamo messo in campo c’è anche il sostegno, attraverso i bandi delle misure forestali del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020, alle esigenze di investimento in attrezzature delle imprese boschive impegnate nella pulizia dei boschi – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura Caner – e agli interventi di rispristino delle foreste danneggiate tanto dalla tempesta quanto dai danni provocati da patogeni, tra i quali anche il bostrico. L’Agenzia Veneta per i Pagamenti (AVEPA) sta, infatti, completando l’istruttoria delle 42 domande di ripristino di boschi danneggiati e delle 72 domande di aiuto per investimenti in attrezzature presentate sulla base delle indicazioni che sono arrivate dalla Uo foreste e selvicoltura. Le risorse rese disponibili per queste finalità dal PSR 2014-2020, con il bando chiuso a ottobre 2021, ammontano a 5.000.000,00 euro per gli aiuti al ripristino dei boschi e a 5.800.000,00 euro di aiuti per gli investimenti in attrezzature forestali”.
La fitopatia ha proliferato soprattutto sugli schianti, propagandosi poi alle piante ancora in piedi, fortemente indebolite sia dalla tempesta che dal cambiamento climatico: una questione complessa che ha richiesto la discesa in campo di diversi soggetti attuatori e di competenze trasversali.
“La Regione del Veneto continuerà ad occuparsi dell’emergenza anche attraverso il tavolo di lavoro interdisciplinare che si occuperà, anche alla luce delle linee guida nazionali, della gestione dei fondi stanziati per il bostrico dall’ultima legge di bilancio – conclude Caner -. Si tratta di sei milioni di euro, 3 stanziati per il 2022 e 3 per il 2023 per i quali si attende ora una veloce messa in campo attraverso i decreti attuativi”.