Entro il 2030 nelle RSA veneziane serviranno altri 800 posti letto per anziani non autosufficienti, che non riusciranno a pagare la retta. Il privato occupa già il 63,8%.
La Fnp Venezia ha commissionato una ricerca per mappare i centri servizi in relazione alle previsioni demografiche: entro la fine del decennio il 30% dei veneziani avrà più di 65 anni
La popolazione anziana: i numeri
Entro il 2030 la popolazione anziana in provincia di Venezia crescerà dal 25,1% al 29,9%, da 211.603 a 247.440 persone. Parallelamente, crescerà anche il numero di non autosufficienti, principalmente 80enni: oggi sono circa 32mila. Per chi ha più bisogno di assistenza, ci sono a disposizione oggi 5.175 posti letto nei centri servizi: per mantenere la stessa proporzione di oggi, entro il 2030 dovranno esserne attivati altri 813. Ma ci sono due fattori che destano molta preoccupazione: il primo è che il reddito medio da pensione dei veneziani è di 21.500 euro l’anno, quando bisogna spenderne in media 23.725 per pagare la retta. Il secondo è che Venezia è la provincia del Veneto con il più alto tasso di privatizzazione dei servizi residenziali per anziani: il 63,8% dei posti letto è privato (media veneta 49,6%).
La ricerca
Sono questi i risultati principali della ricerca “Anziani, non autosufficienza e centri servizi”, un approfondimento sulla città metropolitana, commissionato dalla Fnp Venezia ai ricercatori Francesco Peron e Stefano Dal Pra Caputo, nell’ambito di un progetto di mappatura regionale dei centri servizi anziani in relazione alla domanda di bisogno assistenziale, promosso dalla Fnp Veneto. La ricerca, entrando anche nel dettaglio dei singoli comuni, ha messo in relazione l’andamento demografico, la capacità reddituale degli anziani, la fotografia attuale della non autosufficienza e la mappatura delle RSA (52 dai dati della Regione Veneto relativi al 2020, 35 nel territorio dell’Ulss 3 Serenissima e 17 in quello dell’Ulss 4 Veneto orientale) con le previsioni inserite nei Piani di Zona 2023-2025. Emerge, per esempio, che 16 dei 52 centri servizi della provincia sono nel solo Comune di Venezia, con complessivamente 1.969 posti letto (il 38% del totale). O che si può parlare di offerta a macchia di leopardo in Veneto Orientale e nell’area sud-ovest, con 17 comuni su 44 in cui non è previsto nessun servizio residenziale per gli anziani non autosufficienti.
Il settore privato
Ma il dato che emerge con più evidenza è la privatizzazione del settore: dal 2016 al 2020 Venezia è stata la provincia del Veneto che ha fatto il salto maggiore verso il privato, passato dall’offrire il 56,9% dei posti letto al 63,8%. Un +6,9% ben superiore alla media regionale del +1,7%. E dei 484 nuovi posti letto previsti dai Piani di Zona 2023-2025, 3 su 4 verranno realizzati in strutture private. «Sembra quasi che la città metropolitana di Venezia sia diventata un terreno di conquista delle aziende private che hanno capito che i servizi per gli anziani, soprattutto non autosufficienti, sono un business in crescita, perché cresceranno i bisogni», commenta con preoccupazione Tina Cupani, segretaria generale Fnp Veneto e reggente Fnp Venezia, «noi ci chiediamo: dov’è il pubblico? Dov’è la lungimiranza della Regione?».
La visione della CISL Venezia
Il sistema pubblico e il sistema privato, singolarmente, non sono in grado di coprire la domanda di servizi presente e futura. Ma nella visione dei pensionati Cisl i due sistemi devono essere complementari, ma a “regia” pubblica. «Le Regione non deve limitarsi a dare gli accreditamenti, ma deve riformare la loro concessione e stabilire delle forme di periodico controllo», continua Cupani, «Se il “cappello” pubblico è forte, le famiglie hanno la garanzia che i servizi sono adeguati a uno standard qualitativo, in una gestione caratterizzata anche da una certa trasparenza».