Non c’è pace per gli ex azionisti delle popolari venete, Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Il decreto legge emanato dal governo domenica, per salvare il futuro delle banche venete e permettere l’accordo con Banca Intesa, ha nascosto tra le maglie del decreto stesso l’interruzione di tutte le cause civili relative alle partite azionarie. Lo si legge nell’articolo 3 dello stesso decreto. La parola finale spetta comunque al Parlamento che lo dovrà approvare. Ecco il passaggio sotto accusa degli azionisti che da oggi saranno in rivolta : “restano in ogni caso esclusi dalla cessione i debiti delle Banche nei confronti dei propri azionisti e obbligazionisti subordinati derivanti dalle operazioni di commercializzazione di azioni o obbligazioni subordinate delle Banche o dalle violazioni della normativa sulla prestazione dei servizi di investimento riferite alle medesime azioni o obbligazioni subordinate, ivi compresi i debiti in detti ambiti verso i soggetti destinatari di offerte di transazione presentate dalle banche stesse”. Una vera doccia fredda per chi voleva recuperare i propri soldi. Infatti, di pari passo ai due maxi procedimenti penali (quello che coinvolge Vincenzo Consoli a Roma e quello condotto dalla Procura di Vicenza contro gli ex manager della Popolare) era tutto un proliferare di cause civili intentate dai singoli soci per il risarcimento danni, tanto da chiedere l’invio di magistrati di supporto nei tribunali. Le cause civili hanno iter più veloci e in alcuni casi alcune popolari hanno già risarcito i clienti. Ma il decreto legge del governo Gentiloni, che ha permesso a Banca Intesa di acquistare per un euro le parti sane di Veneto Banca e BPVi lasciando le “bad bank” in pancia allo Stato, prevede l’interruzione delle controversie relative alle partite azionarie, mentre dovrebbe salvaguardare le altre controversie. Con l’approvazione del decreto legge il Consiglio dei ministri ha però avviato di fatto la procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due ex popolari venete. Per cui chi ritiene di vantare crediti nei confronti delle due banche venete avrà 60 giorni di tempo per farlo presente ai commissari per essere poi inserito nello stato passivo.