Partiranno a ottobre i cantieri per portare entro il 2020 la banda ultra larga in tutto il Veneto. Un piano da 400 milioni euro, finanziato da Stato e Regione, che sarà realizzato da Infratel, società del ministero dello Sviluppo economico. L’annuncio è stato dato ieri a Venezia con una dichiarazione congiunta dell’assessore regionale allo Sviluppo, Roberto Marcato, e del direttore generale di Infratel, Salvatore Lombardo.

Il progetto, che prevede di portare la connessione internet a 30 mega in tutto il Veneto, con punte di 100 mega nei comuni maggiori, sarà finanziato principalmente con i fondi statali del programma per lo sviluppo e la coesione (316 milioni), mentre per i restanti 83 milioni la Regione utilizzerà le risorse europee dei Fondi per lo sviluppo regionale e rurale.

Il piano prevede inoltre di garantire la fibra ottica in tutte le sedi della pubblica amministrazione, nelle scuole e negli ospedali. Si tratta di un’operazione di “pubblica utilità”, dunque effettuata con criteri non commerciali. L’investimento, infatti, si concentrerà sulle cosiddette “aree bianche”, ossia quelle trascurate dal mercato. Secondo l’indagine di Infratel in tutto il Veneto sarebbero 9.625, per un totale di 1,6 milioni di abitanti.

I lavori partiranno al più tardi in ottobre (probabilmente per qualche comune anche prima dell’estate) e termineranno nel 2020. A giugno dovrebbe essere definita la progettazione, per poi passare, il mese successivo, alla fase esecutiva. Tuttavia, la tabella di marcia dipende anche da come procederanno le interlocuzioni con i sindaci, considerato che gli interventi saranno realizzati in convenzione con i Comuni.

«Le nostre tecnologie  – ha detto il direttore di Infratel – ci consentono di aprire e chiudere il cantiere in giornata, scavando mini trincee che non intralciano il traffico. La rete sarà di proprietà della Regione e del ministero e garantirà una velocità di connessione fino a un giga, ovvero un servizio utilizzabile per almeno altri vent’anni». Soddisfatto l’assessore Marcato, il quale ha sottolineato che «in questo modo andiamo a colmare quel digital divide che paradossalmente ha penalizzato fino ad oggi la parte più produttiva del Paese, come il Veneto e la Lombardia. Con la banda ultra larga saremo più competitivi e più vicini all’Europa».