Quando si parla di Berlusconi una cosa è certa: sono in pochi a potersi vantare di avergli saputo dire “no”. Al momento mi viene in mente solo Maradona. Il piede sinistro di Dio, però, presto potrebbe trovarsi in ottima compagnia: Luca Zaia ha infatti appena risposto “no grazie” all’invito politico di Silvio Berlusconi, che nei giorni scorsi era uscito allo scoperto ribadendo esplicitamente la volontà di mettere il Governatore Veneto alla guida del centrodestra in vista delle elezioni politiche del 2018.
Per essere precisi, l’ex Cavaliere ha anzitutto premesso di coltivare ancora una “speranziella” di poter nuovamente condurre in prima persona la prossima campagna elettorale, ma è facile si sia trattato di un mero ammicamento che il vecchio seduttore non poteva non tributare al suo zoccolo duro di follower inossidabili: in realtà Silvio ha ormai perso l’energia, la posizione e forse pure quel “tocco magico” che ha regalato al centrodestra tutte le vittorie colte durante la Seconda Repbblica (senza dimenticare la clamorosa rimonta sfiorata al fotofinish nel 2013, a berlusconismo già declinante). Tuttavia, se da una parte l’età e la storia gli hanno sottratto skill prima inscalfibili, dall’altra sembra gli abbiano conferito l’inedita lucidità per individuare un vero, potenziale leader moderato. Luca Zaia vanta indiscutibilmente il consenso popolare e “le fisique du role” per aggregare sotto uno stesso cappello diverse ali dello sparpagliato centrodestra odierno: è sufficientemente risoluto per convincere anche i leghisti più estremisti, e al tempo stesso vanta un aplomb capace di flirtare coi moderati di centro. Quanto a Forza Italia, basterebbe l’investitura ufficiale del “grande vecchio” per persuadere i forzisti a stendere a Zaia i tappeti rossi.
Con ogni probabilità, però, queste congetture rimarranno confinate al mondo delle idee. Almeno per il momento. Almeno finché Zaia è impegnato nel promuovere il Referendum per l’Autonomia, e soprattutto finché appoggerà la leadership di Matteo Salvini. Dal canto suo, il segretario federale della Lega, evidentemente infastidito da Berlusconi, ha risposto per le rime a Sua Emittenza: “Se qualcuno pensa di mettere zizzania nella Lega facendo nomi, ha sbagliato a capire. Perché, a differenza degli altri, noi siamo una squadra”.