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Alessandra Basso ha mostrato la sua contrarietà sull’ultima direttiva europea relativa alle case green

Alessandra Basso, europarlamentare della Lega/ID Group, ha espresso tutto il suo disappunto in relazione all’ultima proposta di direttiva europea sul tema green definendo quest’ultima come: l’ennesima Eurofollia”.

Nello specifico, il testo della direttiva parla di una riqualificazione energetica degli immobili con l’obiettivo di raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033.

Ciò su cui si sofferma l’europarlamentare non sono tanto le ideologie (per avere un ambiente più pulito e delle case più efficienti), quanto i metodi, le tempistiche per attuarle e la mancanza di considerazione di una valutazione preventiva di come questi provvedimenti diventano reali nei vari stati europei.

“Questo sembra un vero attacco all’Italia in quanto nel nostro paese c’è una percentuale di proprietari di immobili molto più elevata (più del 70% della popolazione ha un immobile) rispetto ad altri paesi” – ha commentato così l’onorevole Alessandra Basso.

La sinistra europea è ferma alle idee

Secondo l’europarlamentare, la sinistra si è fermata ad un’ideologia senza ancorarsi alla realtà dei fatti. Basti vedere le tempistiche con cui si propongono questi cambiamenti e ammodernamenti che riguardano 9 milioni di edifici e che sembrano un numero notevole anche per le associazioni di categoria (ANCE e Confedilizia) con cui l’onorevole si è proprio confrontata nelle ultime settimane.

Il pericolo per l’europarlamentare della Lega è quello di aumentare il divario tra le fasce abbienti e quelle più povere

La specificità del mercato immobiliare italiano impone delle tempistiche differenti da quelle proposte. Per l’onorevole Alessandra Basso (Lega/ID Group), questa è in primis una delle questioni calde relative alla direttiva – “è impensabile riuscire a passare a classe energetiche superiori in così poco tempo e questo creerà delle disuguaglianze ancora più grandi tra la fascia di chi ha la disponibilità economica per fare i cambiamenti e di chi, invece, non ha le risorse economiche per attuare questi cambiamenti nei tempi previsti. Le case perderanno il loro valore immobiliare e le famiglie diventeranno sempre più povere”.

Data la direttiva, nelle discussioni in Parlamento si erano proposti degli emendamenti migliorativi del testo o di ripartire da 0 per creare qualcosa che fosse adeguato sia dal punto di vista ideologico, sia che aderisse alla realtà. Tuttavia le proposte dell’onorevole Basso della Lega non sono state vagliate e – allo stesso modo – anche le associazioni di categoria, contrarie a questo provvedimento, si sono ritrovate a non essere prese in considerazione.