Un vigneto colpito da flavescenza dorata
Un vigneto colpito da flavescenza dorata

Continua la vendemmia nel territorio veneziano, gli agricoltori stanno terminando la raccolta delle uve Pinot Grigio, Chardonnay, Sauvignon e nel fine settimana toccherà alle uve da prosecco.

L’esperto vitivinicolo di Coldiretti Venezia, Orazio Franchi si sbilancia con una stima sull’andamento dei primi quindici giorni di vendemmia che hanno visto forti difformità nella produzione. “Vi sono vigneti con una buona carica di prodotto, altri con quantitativi deludenti – afferma Orazio Franchi- la produzione, rispetto al 2021, si attesterà ottimisticamente, attorno al 15- 18% in meno. La resa uva vino è particolarmente bassa e si attesta sul 70/73% uva vino, quando di solito si arriva attorno al 78%. La buona notizia è che le gradazioni sono soddisfacenti, attorno ai 18/19 gradi Babo, le acidità totali sono generalmente basse con il risultato di un vino di grande qualità, naturalmente per chi è riuscito ad irrigare.”

Si fa i conti con un’annata difficile in cui la siccità ha creato serie preoccupazioni tuttavia le aziende vitivinicole hanno un problema ben più grave che si chiama flavescenza dorata. “La situazione è pesantissima sul nostro territorio, i trattamenti finora fatti hanno un’azione limitata – spiega l’esperto Franchi-  nelle varietà più sensibili a bacca bianca come Pinot e Chardonnay è già stato colpito il 12% delle viti, se non si prendono subito provvedimenti rischiamo di compromettere la viticoltura locale che nel  territorio veneziano conta complessivamente 11.000 ettari di cui l’85% situati nel Veneto Orientale dove si sono verificati i casi di questa malattia insidiosa e devastante.” Coldiretti Venezia ha organizzato recentemente, nel mese di giugno un convegno incentrato sulla tematica oltre che a corsi di formazione rivolti agli associati per sensibilizzarli al problema che sta dilagando. Il Servizio Fitosanitario della Regione Veneto sin dalle prime avvisaglie di questa malattia che si è palesata nelle campagne circa tre anni fa, si è impegnata con monitoraggi e controlli rendendo obbligatori dei trattamenti alle viti, ma a questo punto è necessario fare di più. “L’attenzione deve essere riposta anche alle viti selvatiche o abbandonate dove la malattia si annida e si rinvigorisce – afferma il direttore di Coldiretti venezia Giovanni Pasquali- “Non possiamo permetterci di calare la guardia, è necessario mettere massima attenzione e continuare a monitorare lo stato delle viti dando spazio alla ricerca in particolare alla Cisgenetica che evitando soluzioni transgeniche su cui Coldiretti è nettamente contraria, punti a trovare il modo di rafforzare la pianta, quindi a renderla resistente agli attacchi della malattia senza snaturarne le caratteristiche agronomiche ma anche mettendo in campo dei trattamenti più efficaci”. Vi sono aziende che hanno dovuto estirpare interamente le superfici vitate- conclude Coldiretti Venezia – è dunque indispensabile che gli enti preposti valutino ogni urgente soluzione per consentire alle aziende agricole di ripartire con un ristoro economico per i danni subiti.