Esiste a Castelfranco Veneto una Comunità Residenziale Alcologica che ha aiutato, in vent’anni di operato, 1200 persone con
problemi alcool-correlati e complessi. La forza organizzativa del progetto è la partnership che lega a doppio filo pubblico, privato sociale e volontariato; ma l’eccellenza è data dalla modalità terapeutica, unica in Veneto, rivolta al paziente.
La sede è all’ospedale San Giacomo di Castelfranco, la comunità ha venti posti e prende solo i casi più complessi che i gruppi
di mutuo aiuto o il Serat non sono in grado di aiutare. L’abuso di alcool viene combattuto coinvolgendo la famiglia che assume un ruolo rilevante nella terapia e che è chiamata a partecipare a due incontri alla settimana. La permanenza all’interno della struttura può variare dai 45 giorni ai tre mesi, fino ad arrivare ad un anno per i casi più difficili, il 70% degli ospiti proviene dalla Ulss 8 mentre il restante 30 % proviene da altre Ulss poiché questo è l’unico esempio di Comunità Residenziale pubblica in Veneto.
La battaglia contro l’abuso di alcool, attraverso i percorsi di riabilitazione e reinserimento, è stata possibile grazie al mescolamento di pubblico, privato e terzo settore, nello specifico del Serat, della Cooperativa Sonda e dei gruppi di mutuo aiuto. Il lavoro del territorio ha assunto diversi livelli di intervento: alla base troviamo i gruppi di auto-mutuo aiuto fortemente attivi e utilissimi, essi sono promossi e sostenuti dai 39 Club Alcologici territoriali e dai 12 Club Alcolisti Anonimi e permettono ai soggetti o alle famiglie stesse di condividere dubbi o sentimenti rispetto alla problematica che stanno vivendo direttamente o indirettamente. Il secondo livello è sicuramente quello del Serat, il Servizio Alcologia e Tabagismo che offre servizi a livello ambulatoriale e concretizza un lavoro di prevenzione, trattamento, riabilitazione, diagnosi, reinserimento sociale e lavorativo essendo parte integrante del Servizio Dipendenze della Ulss 8. Infine si arriva alla Comunità Terapeutica Alcologica dove vengono accolti i casi più gravi e complessi, la struttura residenziale è gestita dalla direttrice di Sonda Coop,logo_sonda Francesca Dorella. Recentemente la Comunità ha compiuto vent’anni di vita e durante il convegno celebrativo si sono tirate le somme rispetto ai percorsi riabilitativi realizzati negli anni passati di attività. Intanto totalizzando tutti i pazienti aiutati risulta che il 90% delle persone con problemi alcool-correlati ha seguito i trattamenti del Serat o dei gruppi di mutuo aiuto, mentre solo il 10% ha avuto la necessità di essere inserito nella comunità della Cooperativa Sonda. Inoltre i dati ci inducono a pensare che l’abuso di alcool sia in calo, probabilmente per la crisi che ha portato ad un calo anche dei consumi di alcool in generale: nel 2011 hanno trovato aiuto alla Comunità di Castelfranco 242 casi mentre nel 2015 il numero di casi trattati si è abbassato a 204.
Non sono le uniche deduzioni tratte dai dati, il fenomeno dell’alcolismo femminile, ad esempio, sembra passare in sordina ma
su questa tematica i dati ci illustrano una situazione preoccupante, se prima ci si trovava di fronte ad una donna su quattro
casi presi in carico dalla cooperativa, al momento la percentuale si è alzata e siamo ad una donna su due casi.
In una regione come il Veneto dove la cultura del bere dilaga, anche fra i giovanissimi, quello che manca è l’informazione limpida e chiara sull’alcool, sull’abuso e sui percorsi terapeutici affrontabili.
Erika Marchi