Il Presidente del Gruppo Turismo Pisani: «Siamo positivi per la stagione estiva, prevista in ulteriore crescita anche per effetto della maggiore fiducia dopo il taglio dei tassi. Nessun effetto negativo a Venezia dal ticket d’ingresso ed è bene regolamentare gli affitti brevi»

 

Il Veneto si conferma prima regione turistica italiana anche nel primo trimestre del 2024 dopo il boom del 2023. I dati da gennaio a marzo di quest’anno registrano infatti per arrivi e presenze una crescita, rispettivamente, del +12% e del +12,6% rispetto allo stesso periodo 2023, pari a 2.968.562 arrivi e 7.394.995 presenze. Altrettanto intensa la performance del turismo nelle province di Venezia, Padova, Rovigo e Treviso: da gennaio a marzo 2024 l’area del Veneto Orientale ha registrato nel complesso 1.891.138 arrivi (+20,5% rispetto allo stesso periodo 2023) e 4.400.245 pernottamenti (+11,5%; fonte: Regione Veneto), agganciando e ampiamente superando i numeri del 2019 (+7,8% gli arrivi, +6,1% le presenze), ultimo anno non influenzato dalla pandemia.

I numeri del turismo veneto in tutto il 2023 erano stati di 21.059.179 arrivi (13.566.942 nel Veneto Est) e 71.896.863 presenze (46.944.721 Veneto Est), in crescita significativa sul 2022 (arrivi +16,1%, presenze +9,1%) e anche rispetto al 2019 (+4,3% e + 0,9%). Una performance nella quale spiccano gli incrementi di arrivi nelle città d’arte (+22,7%) e in montagna (+15,3%), seguite da terme (+10,2%), lago (+8,8%) e mare (+7,6%). Turismo balneare risultato invece in testa per presenze (quasi 26 milioni), seguito da città d’arte (24,5 milioni), lago (14 mln), montagna (4,5 mln) e terme (2,8 mln).  

Tornando al 2024, buone le prospettive anche per l’imminente stagione estiva, con la stima di un ulteriore incremento di arrivi e presenze soprattutto internazionali, in Italia (65,8 milioni di arrivi, +2,1%; 266,1 milioni di presenze, +1,1%) e in una regione leader del Bel Paese come il Veneto, con flussi crescenti anche da Paesi come Polonia e Repubblica Ceca accanto a quelli consolidati da Stati Uniti, Germania, Francia e Austria (fonte: Demoskopika).  

«Siamo positivi sulla stagione estiva che si sta aprendo, anche per l’effetto del primo taglio dei tassi e la riduzione dell’inflazione che dovrebbe calmierare i prezzi e quindi incrementare la possibilità di vacanza per un numero crescente di persone – commenta Salvatore Pisani, Presidente Gruppo Turismo e Cultura di Confindustria Veneto Est -. Dobbiamo inoltre considerare che in una fase di congiuntura rallentata, il turismo conferma il suo ruolo essenziale per la tenuta dell’economia e dell’occupazione e quindi per il Veneto un asset insostituibile per tutto il territorio. La nostra regione offre insieme tutte le migliori occasioni di visita e svago e accanto alle mete più note si stanno sviluppando nuove mete e nuovi modelli di esperienza turistica in tutto il territorio. La programmazione dei flussi verso le destinazioni più visitate dovrebbe perciò essere vissuta come un’opportunità anziché come un limite. A Venezia, ad esempio, posso testimoniare che in questi primi mesi di applicazione, l’introduzione del ticket d’ingresso non ha avuto alcun impatto negativo sugli hotel e i loro ospiti. I dati di occupazione delle camere al 31 maggio sono in linea con i record dello scorso anno, con più del 63% in media da gennaio a maggio 2024. Ai fini della tutela della città, condividiamo inoltre l’introduzione del CIN (Codice Indicativo Nazionale) per regolamentare gli affitti brevi ed evitare la concorrenza sleale. Va premiata l’imprenditoria turistica che investe e migliora la qualità dell’offerta. A Venezia molte importanti strutture lo stanno facendo, tant’è che da inizio anno registriamo un incremento del ricavo medio per camera del +16%. E ricordiamo che Venezia è da sempre un attrattore di visitatori per tutto il territorio veneto».

Il Veneto, con un tasso di turisti stranieri pari al 64,7%, è anche la regione italiana con il più alto livello di internazionalizzazione dei flussi turistici, in prevalenza da Germania, Stati Uniti, Austria, Francia e Regno Unito, davanti al Lazio (62,1%) e al Trentino Alto Adige (55,7%, fonte: Demoskopika). 

«Il Veneto – continua Salvatore Pisani – presenta una varietà unica di proposte turistiche concentrate nello stesso territorio, dal mare alla montagna, dalle città d’arte alle terme ai laghi a cui si aggiungono l’offerta enogastronomica, trekking e percorsi ciclabili, musei d’impresa, shopping e molto altro. Questo è naturalmente una grande risorsa e richiede di trasmettere e promuovere cultura imprenditoriale e professionale specifica alle giovani generazioni, capace di innovare costantemente la nostra offerta ai diversi segmenti di visitatori, italiani e internazionali. È in corso una collaborazione con i corsi dedicati al turismo promossi dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. Abbiamo inoltre riscontrato un crescente interesse in questi primi mesi per il turismo culturale e come Gruppo di Confindustria Veneto Est che rappresenta insieme le imprese turistiche e quelle culturali abbiamo avviato una partnership con ITS Academy Turismo Veneto per il corso di specializzazione biennale Art & Culture A.I. volto a formare esperti della produzione culturale in grado di utilizzare nuove tecnologie per la fruizione del bene culturale».