Gli orologi di illecita importazione
Gli orologi di illecita importazione

Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Venezia, su delega della Procura della Repubblica di Vicenza, ha dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo nei confronti di un imprenditore trevigiano, operante nel settore del commercio di orologi e gioielli, sottoposto ad indagini per i reati di dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e dichiarazione infedele, con la sottrazione all’Erario di IVA per euro 1.490.893,80.

L’attività si inserisce nel contesto di una complessa indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Tessera, che ha portato a disvelare la sistematica introduzione nel territorio nazionale di numerosi orologi di pregio importati, in evasione dei diritti di confine, da Hong Kong tramite l’aeroporto Marco Polo di Venezia. A seguito di tale attività investigativa, il Nucleo PEF di Venezia, su delega dell’A.G., ha proceduto a ricostruire il volume della frode perpetrata, in cui è risultata coinvolta, tra le altre, una società vicentina riconducibile al citato imprenditore, utilizzata da quest’ultimo per commercializzare, a prezzi competitivi, gli orologi oggetto di illecita importazione.

Lo schema di frode prevedeva l’emissione da parte di una compiacente società olandese, in favore della società italiana, di fatture (false) per la cessione di orologi della stessa marca e modello di quelli oggetto di contrabbando. Tale fittizia documentazione aveva, quale unico scopo, quello di simulare la legittima provenienza dei preziosi e attestare i requisiti necessari per poter consentire alla società italiana di beneficiare indebitamente del regime speciale IVA previsto per il commercio di beni usati.

All’esito delle articolate investigazioni, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vicenza, eseguite mediante la disamina di copiosa documentazione contabile, extracontabile ed informatica, il rappresentante legale della società è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria per aver evaso imposte per 1,5 milioni di euro.

A conclusione delle indagini, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Vicenza, su richiesta della Procura della Repubblica, ritenendo sussistenti le ipotesi investigative ricostruite dai finanzieri, ha emesso un decreto di sequestro preventivo del profitto dei reati, fino alla concorrenza del complessivo importo dell’imposta evasa, che ha consentito di sottoporre a vincolo le disponibilità liquide rinvenute sui conti correnti della società e del suo rappresentante legale.

Il provvedimento ablatorio è intervenuto al termine delle indagini preliminari nei confronti dell’indagato, la cui responsabilità penale, in relazione alla commissione dei reati contestati, potrà dirsi accertata solo a seguito di sentenza passata in giudicato.