Le donne gravide, covid-positive, all’Ulss4 possono partorire in una sala parto a loro riservata e poi trascorrere la degenza in un’area altrettanto dedicata.

Il direttore generale dell’Ulss 4, Carlo Bramezza, ha presentato la novità. All’ospedale di San Donà di Piave, nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, è stata attivata un’area dedicata esclusivamente alle gestanti covid-positive, che include la sala parto, due stanze di travaglio con ecografo, una sala di controllo, quattro stanze per la degenza che all’occorrenza potranno aumentare ad otto. La nuova area è inoltre predisposta con accesso separato da quello standard, è fornita di impianto audio e di videosorveglianza in ogni locale.

<<E’ una iniziativa che nasce dall’idea dei nostri clinici, quando nella seconda fase di pandemia ci siamo trovati davanti al parto di varie donne positive al virus – ha spiegato il DG Bramezza – . Vi era la dunque necessità di proteggere dal contagio sia il personale ospedaliero che le partorienti. Con un investimento di circa 260 mila euro sono stati avviati i lavori e completati in circa un mese ed ora eccoci davanti a questa gran bella novità: un’ulteriore conferma dell’attenzione che l’Azienda sanitaria pone nei confronti della natalità>>.

All’ospedale di San Donà di Piave le donne covid-positive che hanno partorito sono state 9, a queste se ne aggiungeranno altre 4 nei prossimi giorni. <<Donne che in questa nuova area sono protette e possono vivere una meravigliosa esperienza, come in un parto normale – ha osservato il direttore della Ostetricia e Ginecologia, dottor Giuseppe Sacco – . Allo stesso modo anche il nostro personale può lavorare in condizioni ottimali nonostante una situazione delicata e di stress per il pericolo del contagio. Anche i papà, se lo vorranno, potranno seguire il parto con tutte le protezioni del caso e poi dovranno trascorrere un periodo in isolamento>>. <<Come dimostrato dagli attuali studi scientifici, e rilevato anche nella nostra casistica, raramente le gestanti positive sono sintomatiche così come raramente il bambino nasce contagiato – ha aggiunto il direttore del dipartimento Materno Infantile dell’Ulss 4, Pier Giuseppe Flora – . In quest’area manteniamo inoltre tutte le buone pratiche già attive in questa unità operativa, come lo  “skin to skin” o pelle a pelle, e il “Rooming in” cioè facendo stare il neonato in stanza con la mamma, adottando sempre le precauzioni del caso nel momento in cui questa è a contatto con il bambino>>.