La dismorfofobia è un disturbo che porta a concentrarsi sui propri difetti- reali o immaginari- in modo ossessivo, formulando pensieri negativi sul proprio aspetto esteriore e avendo una percezione errata del proprio corpo.

Parliamo di una problematica che- stando alle ricerche epidemiologiche e alle stime dell’Istituto di Terapia cognitiva e comportamentale- colpisce circa il 2,5% della popolazione generale, principalmente giovani da 12 a 30 anni di età.

Dismorfofobia: cos’è e quali sono i sintomi

La dismorfofobia (o disturbo da disformismo corporeo) è la paura ossessiva d’essere o di diventare brutti o deformi ed è stata inserita nel DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) nel 1980.

Entrando nel dettaglio, chi ne è affetto tende a concentrarsi in modo ossessivo su alcune parti del corpo, ingigantendo difetti minimi o evidenziandone altri. Le principali aree di preoccupazione sono: naso, orecchie, capelli, denti, pelle, seno, genitali, pancia, massa muscolare, braccia o addome.

I soggetti dismorfofobici tendono a mascherare le parti del corpo critiche e tendenzialmente evitano di specchiarsi. Di contro, queste persone si curano eccessivamente e tendono ad essere perfezioniste, praticando esercizio fisico in modo compulsivo e ricorrendo anche alla chirurgia estetica.

Le possibili cure

Per combattere e curare questo disturbo è necessario rivolgersi ad uno specialista che individuerà l’iter terapeutico più indicato. In linea di massima, è possibile che il professionista consigli una terapia cognitiva e comportamentale, talvolta associata ad una cura farmacologica mirata.

Tuttavia, è molto importante che chi ne soffre chieda aiuto. Il malato, infatti, molto spesso può cercare di nascondere i sintomi e il disagio, sentendosi inferiore agli altri e non conforme rispetto ai canoni estetici imposti dalla società.