L’Edera Film Festival 2023, organizzato dall’Associazione Culturale Orizzonti sotto la direzione artistica della regista Gloria Aura Bortolini, dello storico del cinema Giuseppe Borrone e di Sandro Fantoni, esercente del Cinema Edera, si è concluso sabato 5 agosto, dopo quattro giorni di immersione nel cinema indipendente prodotto da giovani registi under 35. In questa quinta edizione del festival, il Cinema Edera si è fatto luogo d’incontro tra cinema e pubblico, dimostrandosi una volta ancora colonna portante dell’esperienza cinematografica e culturale della città.
Le Giurie Tecniche hanno decretato i film vincitori e le menzioni speciali per ciascuna delle categorie in concorso:
⮚ SEZIONE LUNGOMETRAGGI
- Premio per il Miglior Lungometraggio assegnato dalla giuria composta da Paola Brunetta, Maria Di Razza e Antonio Padovan a QUANNO CHIOVE di Mino Capuano: Per la capacità di raccontare, con realismo e poesia, la malinconia del tempo che passa e il fascino struggente di un presente indissolubilmente legato al passato, e a coloro che vi appartengono. Passato rappresentato dai filmini amatoriali e presente ritratto con documentaristica precisione, che coglie i particolari del contesto (gli alberi, le persone, gli animali che abitano un luogo…) e che inquadra i tre episodi di cui si compone il film in una struttura ispirata ai titoli delle canzoni di Pino Daniele, coniugando suggestioni visive e uditive.
- Menzione Speciale ad AMUSIA di Marescotti Ruspoli: Descrive con accuratezza e profondità la rara patologia che impedisce di comprendere e apprezzare la musica. In una sorta di naturale compensazione sensoriale, il film ha un’estetica raffinata e un’ambientazione e una fotografia sapienti al servizio di uno sviluppo drammaturgico originale e avvincente, di una storia d’amore che si sviluppa tra solitudini e incomunicabilità. Viene premiato un regista che, nonostante la giovane età, appare artisticamente maturo e consapevole.
⮚ SEZIONE DOCUMENTARI
- Premio per il Miglior Documentario assegnato dai giurati Francesca Colasante, Emanuele Confortin e Cristina Magoga a SORTA NOSTRA di Michele Sammarco: Il regista Michele Sammarco ci coinvolge emotivamente nel racconto della vita privata dei suoi nonni, lasciando aperta la riflessione sul cambio generazionale e la trasformazione sociale e, attraverso la bellezza delle immagini e un abile uso della composizione fotografica e della luce, rende questo cortometraggio una piccola poesia.
- Menzione Speciale a TERRA BASSA di Davide Como: La capacità del regista, Davide Como, di ricostruire la storia di Metaurilia, vicino a Fano, attraverso immagini di repertorio, intarsi di finzione e interviste contemporanee. La fotografia accurata e i cambi di tono, dal bianco e nero al colore, sottolineano il ritmo e il passare del tempo, mantenendo alta l’attenzione dello spettatore.
⮚ SEZIONE CORTOMETRAGGI
- Premio per il Miglior Cortometraggio assegnato dai giurati Bruna Graziani, Michele Pastrello e Davide Stefanato a CORPO E ARIA di Cristian Patanè: I corpi, gli oggetti, i luoghi non sempre vengono visti, intrappolati come sono nell’automatismo dell’abitudine che anestetizza i sensi e le emozioni. Ma qualcosa irrompe, ad un certo punto, nella mente della protagonista, una tanatoesteta narcotizzata dal quotidiano, attraverso il corpo ma al di là del corpo stesso. Sono i sensi – un profumo, una vena in rilievo, l’inclinazione degli occhi – ad aprire una crepa da cui trapela improvvisa una scintilla. Deflagra così la consapevolezza di un oltre, la percezione dell’anima, dello spirito, del soffio vitale, ma anche della bellezza o delle tracce di un passato che ci riguarda, elementi fugaci che come specchi riflettono qualcosa di noi, elementi in cui alberga la natura intima delle cose a cui tutti apparteniamo. In fondo, è sempre questo che cerchiamo nel ‘fuori’, qualcosa che ci confermi al mondo, che ci faccia sentire vivi al di là del nostro quotidiano, della meccanicità dei gesti, dell’asetticità di un lavoro. Qualcosa che ci doni l’illusione di un’immortalità e che dia un senso profondo alla nostra vita.
- Menzione Speciale a BETTY BRȖLE di Camille Vigny: Per la capacità di affrontare una tematica attuale e tragica attraverso un linguaggio sensoriale e inconscio. Un film diretto con sobria inventiva, che riesce a far toccare con mano allo spettatore sia le ustioni sulla pelle che le ustioni dell’anima della vittima, simbolizzando che la vera liberazione passa solamente attraverso un rogo interiore della gabbia che la immobilizza.
⮚ SEZIONE FOCUS NORDEST
- Premio per la sezione Focus Nordest assegnato dai giurati Luigi Bacialli, Sara D’Ascenzo, Giuseppe Ghigi, Elena Grassi e Lucia Zorzi a OLTREOCEANO di Virginia Paganelli: Per la capacità di mettere in scena con schiettezza e autenticità il paradigma di un’intera generazione costretta a espatriare per trovare la propria strada. È grazie alla sua protagonista, una giovane ricercatrice che si offre senza infingimenti e con un linguaggio diretto, che il documentario acquista spessore e verità, restituendo allo spettatore il tormento di chi ha paura di partire ma non è nelle condizioni di restare.
- Menzione Speciale a MEL di Lucrezia Dal Toso: Per la scelta del tema di attualità, per come il tema è stato sviluppato nella sceneggiatura e nella regia in maniera ampia, per il personaggio della protagonista ben tratteggiato nella fatica e nello scoraggiamento che vive. Un film che si fa notare per una fotografia e un montaggio che ben accompagnano lo svilupparsi della vicenda.
Accanto ai Premi delle Giurie Tecniche, tre Premi Speciali, frutto della collaborazione con importanti realtà del panorama culturale, sociale ed imprenditoriale, caratterizzano questa edizione del festival:
- Premio Astoria “Celebrating Life” al miglior film sul tema dell’inclusione, della tolleranza e della multiculturalità a BEYOND THE SEA di Hippolyte Leibovici: Il passato che bussa alla porta, nella notte dell’addio alle scene di Lady Casca, regina delle drag queen. Tra dolori inaspettati e ritrovamenti imprevisti si consuma la resa dei conti della protagonista con gli affetti più cari. Una parabola esemplare sul bisogno di perdono e riconciliazione, di accettazione della diversità nel segno dell’amore e della tolleranza.
- Premio Fondazione Benetton Studi Ricerche “Paesaggi che cambiano” a LETTERA DA BORGO NUOVO di Matteo Di Fiore: Riprendendo il quartiere periferico di Palermo in cui è nato e cresciuto, il giovane regista ne mette in evidenza tutte le difficoltà e le contraddizioni, intrecciando in modo assolutamente naturale ed efficace il racconto del degrado e della mancanza di prospettive dei suoi abitanti con quello del proprio legame personale con un luogo dal quale, pur sentendosi in qualche modo intrappolato, sembra non riuscire a emanciparsi veramente. Borgo Nuovo, la cui quotidianità viene restituita con uno sguardo delicato ma senza fare sconti, anche grazie all’attenzione e cura estrema di inquadrature, dettagli e suoni, appare infatti come uno spazio esistenziale, la cui asprezza si attenua quando entrano in gioco quegli elementi immateriali che trasformano ogni luogo in qualcosa di unico e irripetibile per chi lo vive, denso di significato e emozioni, contenitore di esperienze vissute, degli affetti più cari, dei desideri e delle aspirazioni, in grado di evocare immediatamente ricordi, stati d’animo, pensieri. Dalla casa, che per Matteo inizia nel salone e finisce nella montagna (punto di riferimento e presenza costante della “mappa della sua vita”), si avvia la relazione col mondo e, in questo senso, il film esprime l’esigenza condivisa di un salto di qualità, per l’autore della lettera, per gli abitanti del quartiere e per tutti i cittadini del mondo. Un passaggio, questo, che appare possibile se consideriamo la relazione tra l’assetto dei luoghi e la qualità di vita degli abitanti, così come quella tra il paesaggio e il benessere di individui e comunità, come dati acquisiti (almeno in linea teorica) perché sappiamo bene che vivere in un ambiente sicuro, sano, stimolante e armonioso dovrebbe essere un diritto di tutti.
- Premio Rotary Club Treviso Terraglio al miglior cortometraggio a tema sociale a LA MIA TERRA DI NESSUNO di Francesca Belli: Per la sensibilità e abilità cinematografica con cui la regista narra la storia del viaggio di liberazione di una giovane donna smarrita dalle costrizioni e dalle violenze subite dalla società maschile.
I vincitori dei Premi Speciali riceveranno dei premi in denaro vòlti a sostenere il loro percorso artistico. Fondazione Benetton Studi Ricerche offrirà, inoltre, al regista insignito del premio dedicato al tema del paesaggio l’opportunità di proiettare il proprio film all’interno della rassegna cinematografica “Paesaggi che cambiano” organizzata stagionalmente dalla Fondazione.
I Premi della Giuria Popolare vanno a:
- “Primadonna” di Marta Savina (Miglior Lungometraggio),
- “Il Pettirosso” di Francesco Eramo (Miglior Cortometraggio)
- “Water in the Gills” di Marco Schiavon (Miglior Documentario).