Si è conclusa ieri, domenica 5 agosto, la quattro giorni di cinema emergente under 35 della Treviso d’autore, l’Edera Film Festival. Un viaggio intenso e polifonico nella produzione cinematografica giovane e indipendente, che dal 2 al 5 agosto ha trasformato la città in una piattaforma di sinergie fra attori del territorio locale e protagonisti della scena creativa internazionale.
Numero record di presenze, specialmente nelle giornate di sabato e domenica, e trionfo del talento internazionale classe under 35. Vincitori delle tre sezioni ufficiali del concorso sono, infatti, l’olandese “Nightshade” di Shady El-Hamus (Premio per il Miglior Cortometraggio), lo svizzero “The Lives of Mecca” di Stefano Etter (Premio per il Miglior Documentario) e l’argentino “La Educación del Rey” di Santiago Esteves (Premio per il Miglior Lungometraggio). Accanto ai vincitori, le giurie ufficiali del festival hanno voluto riconoscere l’originalità, la sensibilità e la delicatezza degli sguardi degli autori in concorso sulle questioni intime e collettive che contraddistinguono la contemporaneità individuando due menzioni speciali per la sezione cortometraggi, assegnate a: “Uomo in mare” di Emanuele Palamara e “Stakhanov” di Alex Scarpa; due menzioni speciali per la sezione documentari, attribuite all’opera armena “Adaptation” di Manne e a quella messicana, “Iku Manieva”, di Isaac Ruiz Gastélum; una menzione speciale per la sezione lungometraggi a favore dello spagnolo “Estiu 1993” di Carla Simón. Un film, quello della Simón, che ha conquistato anche la giuria del Premio Speciale Donne Si Fa Storia, composta da Mujah Maraini-Melehi, Cristina Greggio ed Emanuela Zilio, che all’unanimità hanno deciso di attribuire alla giovane regista catalana questo premio al femminile, riservandone la consegna in un apposito evento organizzato nel corso della 75^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, nello Spazio Regione del Veneto, domenica 2 settembre 2018, alle ore 15.00.
Per i vincitori premiati dalle tre giurie ufficiali è stata creata dall’artista trevigiana Patrizia Polese, in collaborazione con Antolini, un’opera d’arte testimone della volontà del festival di valorizzare a tutto tondo il potenziale artistico del territorio.