Dopo l’annuncio del responsabile sanitario in struttura, arriva la conferma da parte della stessa Ulss 2: è stato completato senza problemi l’esame dei 349 tamponi fatti all’ex Caserma Serena su operatori e richiedenti asilo a seguito dell’individuazione di un operatore di origini pachistane positivo al Covid-19, che tra giovedì e venerdì aveva scatenato la rivolta dei rifugiati e le conseguenti, rumorose polemiche nel mondo politico-istituzionale trevigiano. Ora è definitivo: i 28 operatori sono risultati tutti negativi. Tra i richiedenti asilo, invece, 320 sono risultati negativi, uno positivo. Il positivo, attualmente asintomatico, è un 34enne originario della Nigeria che è stato ricoverato nell’Unità Operativa di Malattia Infettive all’ospedale di Treviso, così come l’operatore di origini pachistane.
Ricordiamo però che nei giorni scorsi gli operatori dell’Ulss 2 (due medici e un assistente sanitaria del Servizio Igiene e Sanità Pubblica), recatisi all’ex Caserma non hanno, purtroppo, potuto procedere all’effettuazione dei nove tamponi residui su altrettanti migranti assenti al momento dell’effettuazione dei test, in quanto nel cortile della Serena era montata una seconda protesta.
“I nostri operatori, recatisi sul posto per completare i tamponi e verificare la logistica dei locali al fine di organizzare al meglio la quarantena degli ospiti – ha spiegato il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi – si trovavano nel cortile assieme al responsabile del Centro e ad alcuni operatori quando, improvvisamente, sono stati circondati dai migranti che hanno bloccato i cancelli di uscita. Spintonati e minacciati (un medico è caduto a terra, per fortuna senza conseguenze), sono stati costretti a rifugiarsi all’interno della guardiola. Devo ringraziare la Polizia, che è prontamente intervenuta liberandoli ed esprimere solidarietà e supporto ai nostri operatori, presi di mira in modo del tutto gratuito ed incomprensibile, considerato che erano sul posto a tutela della salute dei richiedenti asilo”.
Nel frattempo, i nove migranti mancanti all’appello dei tamponi sono stati accompagnati alla Madonnina per l’effettuazione dei test. I 320 migranti risultati negativi sono stati posti precauzionalmente in quarantena all’interno della struttura di Casier.