Il quadro economico internazionale evidenzia un proseguimento dell’attuale fase di rallentamento ed in questo contesto gli indici anticipatori compositi dell’Ocse mantengono un orientamento negativo che non lascia intravedere punti di svolta nel breve periodo. La decelerazione, che risente anche dell’incertezza sulle politiche di restrizione degli scambi globali, ha interessato soprattutto l’economia dell’area euro dove la frenata del commercio mondiale è stata particolarmente significativa.

L’economia italiana, nel corso del 2018, ha progressivamente rallentato più che nel resto dell’area euro risentendo soprattutto delle frenata degli investimenti su scala globale, anche in maniera indiretta, come fornitrice di beni intermedi alle imprese tedesche. In particolare i dati diffusi dall’Istat per l’anno 2018 evidenziano un rallentamento delle esportazioni dell’Italia che continuano a crescere del +3,1% rispetto all’anno precedente, ma ad un tasso più che dimezzato rispetto a quello registrato nel corso del 2017 (+7,6%).

Stessa dinamica per le esportazioni del Veneto: crescono del +2,8% nel 2018, sono tuttavia in rallentamento rispetto alla performance registrata nel 2017 (+5,6%): effetto da un lato di una dinamica più modesta delle vendite per il comparto della carpenteria metallica, dei prodotti alimentari e delle bevande, delle apparecchiature elettriche e della metallurgia, una stazionarietà per l’occhialeria ed una flessione per il settore della concia e lavorazioni pelli, dei prodotti chimici e farmaceutici, degli elettrodomestici e dei gioielli. Un po’ meglio va l’aggregato territoriale del Nord-Est (+4,3%), soprattutto al traino dell’Emilia-Romagna (+5,7%).

La provincia di Treviso chiude l’anno 2018 con una crescita superiore alla media regionale (+4,6%, +4,0% se si prendono a riferimento le sole esportazioni manifatturiere), ma in netto rallentamento rispetto allo scorso anno (+6,3%). Anche le vendite manifatturiere distinte per area Ue-28 ed extra Ue-28 sono soggette alla stessa dinamica: crescono del +3,6% le vendite nei mercati dell’Unione Europea 28 (contro il +6,6% di dicembre 2017) mentre per le vendite nei mercati extra Ue-28 il tasso di crescita è del +4,6% (contro il 5,9% di un anno fa).

Nei Paesi dell’Unione Europea si registra una diminuzione delle esportazioni verso la Germania (-2,0%) per la quale le vendite erano in crescita fino ad un anno fa (+3,5%) ed il Regno Unito (-2,6%) che si manteneva sopra alla stazionarietà a dicembre 2017 (+1,5%). Continuano invece a crescere le vendite verso la Francia (+5,1%), anche se leggermente al di sotto rispetto ai ritmi dell’anno precedente, della Spagna (+8,1%) e della Romania (+11,0%) molto al di sopra del tasso di crescita di un anno fa (rispettivamente +1,8% e +5,1%). In crescita, ma ad un tasso decisamente più contenuto rispetto a quello di un anno fa, le esportazioni verso la Polonia (+3,8% contro il +22,2%) mentre verso l’Austria si mantengono i livelli raggiunti a dicembre 2017 (+5%). Prosegue, pur in rallentamento, la crescita a due cifre per le vendite verso la Repubblica Ceca (+11,4%).

Con riferimento ai mercati extra-Ue ottimi sono i risultati a due cifre verso gli Stati Uniti (+15,2%), primo mercato di riferimento al di fuori dell’Unione, in crescita anche rispetto a dicembre 2017 (+10,2%). Flettono invece le vendite verso Cina e Hong Kong (-1,7%) che risultavano in crescita lo scorso anno (+9,1%). Poco più che stazionarie anche le esportazioni verso la Svizzera (+0,8%) e verso la Russia (+1,5%) che crescevano ad un ritmo sostenuto un anno fa (rispettivamente +8,6% e +15,4%). Prosegue il ritmo di crescita delle vendite verso l’Australia (+22,0%), in accelerazione per il Canada (+10,2%), che era poco più che stazionario un anno fa (+0,9%) e per la Turchia (+8,1%) che chiudeva l’anno 2017 con una forte contrazione (-12,1%).

Questi dati fanno capire come per le imprese l’aggancio alla domanda estera resti fondamentale – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno, Mario Pozza: – c’è sì una minore velocità di crescita dell’export, rispetto al 2017 come alla prima parte dell’anno, ma possiamo parlare di sostanziale tenuta, grazie alla capacità di diversificazione delle nostre imprese sui vari mercati. Importante, in un momento in cui c’è profondo scetticismo, per i prossimi mesi, sulla tenuta della domanda interna. In questo scenario, non possiamo permetterci di perdere affidabilità come sistema Paese. Andrebbe a creare un ulteriore fardello sulle nostre imprese. Dobbiamo invece mantenere aperta la nostra economia, e posizionarla adeguatamente in quelli che sono i nuovi assetti geoeconomici che si stanno delineando, anche in questi giorni con il tema Italia – Cina. I processi, infatti, vanno governati e non subiti. Se i dati evidenziano che  il mercato europeo è in rallentamento per le esportazioni, è pertanto necessario guardare ad altri mercati capaci di essere partner industriali e dell’export. La Camera di Commercio da tempo monitora i mercati  esteri per individuare nuove opportunità di mercato per le nostre imprese. Domani, per esempio, al Centro Estero Veneto del sistema Camerale,  verrà presentato il mercato del Vietnam”.

Volgendo lo sguardo ai settori, trainano le vendite di macchinari che superano di oltre 166 milioni (+7,7%) il risultato del 2017 (+3,3%). Si osservano consistenti incrementi sia nei mercati intra-Ue (+7,1%) – in particolare in Romania (+45,4 mln.), Grecia (+36,7 milioni) e Germania (+17,2 mln.) – che in quelli extra-Ue (+8,3%, contro il -4,1% del 2017). Si conferma più che positivo l’andamento in Nord America: negli Stati Uniti, primo mercato al di fuori dell’Unione, le vendite di macchinari crescono del +23,2% (+35,5 milioni) in accelerazione rispetto al +9,3% del 2017. Importante anche l’aumento in Corea del Sud (+37,4 mln.) e in Egitto (+33,9 mln.).

Crescite superiori alla media anche per l’export di bevande: +8% pari a +55,4 milioni di euro in linea con il risultano dell’anno precedente (+7,0%). Dopo i macchinari, è il maggior contributo alla crescita dell’export provinciale nel 2018. Al risultato contribuiscono principalmente i mercati comunitari (+9,2% contro il +1,4% del 2017), ed in particolare le crescite in Regno Unito (+9,7%) e Germania (+5%). In rallentamento, invece, i mercati extra-Ue (+6% contro il +17,3% del 2017), soprattutto gli Stati Uniti dove le vendite crescono del +7,5% contro il +23,9% dell’anno precedente, ma si tratta comunque del secondo maggior contributo alla crescita del settore (+10,3 milioni).

mobili, seconda voce dell’export trevigiano, ottengono un risultato complessivo in linea con l’anno precedente (+2,9%), grazie all’accelerazione nei mercati extra-Ue (+6%, contro il +1,6% del 2017) ed in particolare nel mercato statunitense (+20%; +34,5 milioni). Rimangono, invece, prossime alla stazionarietà le vendite intra-Ue (+1,1%), soprattutto a causa del calo in Regno Unito (-11,3%; -24,5 mln.) compensato dagli aumenti in Francia (+4,6%; +14,7 mln.), Spagna (+16%; +10 mln.) e Germania (+3,2%; + 7,6mln.).

Brusca frenata per gli elettrodomestici, terza voce export provinciale (-0,7%) dopo la crescita a due cifre dell’anno precedente (+12,8%). Invertono il segno le vendite all’interno dell’Unione (-4,9%) a causa delle contrazioni a due cifre in Germania (-28,1%), Francia (-22,4%) e Regno Unito (-14,1%), non compensate nemmeno dal forte incremento nei Paesi Bassi (+52,4%). Rallentano quelle extra-Ue (+8,3% contro il +23,6% del 2017): complice lo stop in Russia (-0,2%) e la decelerazione negli Stati Uniti (+23,4% contro il +60,6% del 2017).

Guardando alle altre principali voci merceologiche si segnalano crescite sopra la media, ma in rallentamento sul 2017, per i prodotti in gomma e plastica (+5,6%) ed il settore dell’automotive (+9%). Crescite più contenute, oltre che in rallentamento, invece, per le calzature (+1,5%), la carpenteria metallica (+2,7%) ed i prodotti alimentari (+3,7%).