Rafforzare i rapporti con le istituzioni cittadine e con quelle internazionali, ampliare e valorizzare il patrimonio culturale della Fondazione Giorgio Cini, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Queste sono le linee guida delineate dall’architetto Renata Codello – da una settimana nuovo Segretario Generale alla guida dell’Istituzione veneziana (la prima donna a ricoprire questo ruolo) – per tracciare un bilancio di ciò che è stato fatto, e soprattutto per programmare il futuro, a partire dal 2021, anno in cui la Cini compirà 70 anni.

Come primo punto Renata Codello – che conosce molto bene l’istituzione veneziana dove dal 2018 ha ricoperto il ruolo di direttore Affari Istituzionali – ribadisce l’importanza del rapporto tra la Fondazione Giorgio Cini e la città di Venezia. Il valore aggiunto che la Cini intende dare andrà a rafforzare i rapporti già esistenti con le principali istituzioni culturali locali – come l’iniziativa del Dorsoduro Museum Mile in collaborazione con Gallerie dell’Accademia, Collezione Peggy Guggenheim e Palazzo Grassi-Punta della Dogana che è stata recentemente rilanciata – e ampliare la ricca offerta culturale già messa a disposizione dei cittadini gratuitamente, fatta di mostre (ricordiamo che Piranesi Roma Basilico a Palazzo Cini a San Vio e Venezia e lo Studio Glass Americano a Le Stanze del Vetro sono tra le più significative esposizioni aperte in città in questo momento) convegni, eventi e concerti, ma anche di servizi resi al pubblico e agli studiosi. Le biblioteche dell’Isola di San Giorgio Maggiore – nonostante le ovvie limitazioni legate al Covid-19 – continuano a essere accessibili su prenotazione e il loro patrimonio librario è stato incrementato proprio quest’anno di oltre 1.100 titoli.

Grazie ad apposite convenzioni inoltre gli studenti delle Università veneziane possono trascorrere un periodo di formazione sull’Isola di San Giorgio Maggiore, e la Cini mantiene relazioni costanti con Università, Fondazioni, Centri di Ricerca e Biblioteche di tutto il mondo. L’elenco è lunghissimo e va dal Politecnico di Losanna alla Bodleian Libraries dell’Università di Oxford, dall’Humboldt Forum di Berlino alla Factum Foundation di Madrid.

La Fondazione Giorgio Cini intende consolidare le proprie relazioni anche con le istituzioni internazionali, vocazione che è indicata nel suo Statuto. Nel Consiglio Generale un posto è riservato a un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri: quest’ultimo, storicamente, le attribuisce una funzione di carattere diplomatico-culturale. Da sempre l’Isola di San Giorgio ha ospitato i corsi di formazione per il personale diplomatico; il seminario Italo Britannico, che favorisce l’incontro tra le realtà culturali e imprenditoriali italiane e la stampa del Regno Unito; e, quest’anno, la Soft Power Conference organizzata dal Presidente Francesco Rutelli sul tema del valore delle relazioni culturali per la promozione del dialogo pacifico e costruttivo tra le nazioni.

Non è un caso quindi che le celebrazioni per i 70 anni dalla nascita della Fondazione Cini inizino proprio in Francia con la grande mostra Trésors de Venise. La collection Cini a cura di Luca Massimo Barbero (17 dicembre 2020 – 28 marzo 2021 Hôtel de Caumont – Centre d’art d’Aix-en-Provence), dedicata alla collezione di capolavori di Vittorio Cini portando all’estero oltre 80 opere tra dipinti, disegni, sculture, smalti e avori, alcuni dei quali solitamente non esposti al pubblico.

Quasi tutte le principali iniziative espositive sull’Isola sono frutto di importanti collaborazioni internazionali: basti pensare alla mostra in corso Venezia e lo Studio Glass Americano, prodotta e allestita a Le Stanze del Vetro, grazie all’impegno e all’incrollabile determinazione di Pentgram Stiftung, che l’ha resa possibile anche in un periodo ulteriormente complicato dal Covid-19; o a Homo Faber (la cui seconda edizione è stata posticipata al 2021) che rappresenta un progetto epocale capace di cambiare la visione dell’alto artigianato artistico in Italia e nel mondo; o infine al progetto architettonico contemporaneo, unico nel suo genere, Vatican Chapels che dal 2018 è stato visitato da oltre 250mila persone, e rappresenta una nuova esperienza culturale per la città di Venezia. culturale e artistico cittadino.

Grande attenzione viene data dalla Fondazione alla conservazione del patrimonio architettonico – oltre che culturale e artistico – dell’Isola di San Giorgio Maggiore. Il 2020 ha visto l’avvio di due importanti progetti di restauro: lo Scalone del Longhena, realizzato con il contributo della Fondazione di Venezia e dell’ACRI, e il Portale dei Buora, realizzato in collaborazione con l’UIA e con un contributo dell’Associazione ‘Un Amico a Venezia’. Due capolavori dell’architettura veneziana sapientemente restituiti ai visitatori e agli studiosi. Ma – come ci ricordano egregiamente le Vatican Chapels e le opere di architetti quali Michele De Lucchi, Annabelle Seldorf, Sergio Camerino, Fabrizio Cattaruzza e Francesco Millosevich – negli ultimi vent’anni l’Isola è stata luogo di importanti interventi che l’hanno resa uno dei principali luoghi dell’architettura contemporanea a Venezia. Nel 2021 una pubblicazione speciale sarà dedicata proprio al racconto di questa trasformazione.

Per il futuro infine la Fondazione Cini si impegna a trovare nuovi metodi per valorizzare il proprio patrimonio culturale per tutelarlo e renderlo maggiormente accessibile puntando sulla tecnologia. La Cini ha già avviato una campagna di digitalizzazione dei propri tesori – nel 2016 con Replica e nel 2018 con il progetto ARCHiVe – e si impegna a proseguire lungo questa strada, continuando ad essere un modello d’eccellenza nella valorizzazione e promozione della cultura. Renata Codello ha assunto l’incarico di Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini il 16 ottobre 2020, succedendo alla quasi ventennale guida di Pasquale Gagliardi.