C’è fermento a Vedelago. La decisione del Credito Cooperativo di cedere Villa Emo ad un facoltoso mecenate innamorato dell’arte palladiana ha fatto scattare l’allarme nella cittadinanza e nelle istituzioni locali. La riunione di ieri sera del Consiglio comunale è stata quindi affollatissima, visto l’argomento all’ordine del giorno: garantire a tutti la fruibilità del gioiello architettonico di Fanzolo.

Villa_EmoLa decisione adottata al termine della seduta è stata unanime. Si tratta di “intraprendere ogni utile iniziativa finalizzata a mantenere il complesso monumentale di Villa Emo in proprietà a soggetti che siano espressione, diretta o indiretta, della comunità locale (con vocazione pubblica e/o sociale) preservandone la fruibilità da parte dei cittadini e del territorio in generale, mantenendo nel contempo ogni utile e necessaria garanzia di presidio, custodia e tutela, in funzione non solo del suo significato architettonico, ma anche e soprattutto di quello culturale, storico e identitario rispetto alla comunità di riferimento. Tutto ciò, laddove possibile, preservando l’unitarietà di Villa Emo e valutando tutte le azioni percorribili, interessando le Istituzioni pubbliche, categorie economiche ed enti privati”. Questo il testo della delibera approvata.

“Villa Emo, il segno identificativo di Vedelago, una villa palladiana riconosciuta come patrimonio dell’Unesco a noi tutti molto nota – ha ribadito Cristina Andretta – E’ un bene culturale, storico ma soprattutto è un bene italiano. Quando nel 2004 fu acquistata dalla Banca di Credito Cooperativo tutti noi facemmo un sospiro di sollievo perché un istituto di credito locale per noi non rappresentava solo un ente privato ma rappresentava il territorio stesso. Le preoccupazioni di oggi quindi credo siano legittime, comprendo e ho ascoltato i molti cittadini e soci che con dispiacere ce ne parlavano. Nessuno intende muovere critiche gratuite al Credito Cooperativo ma tutti vogliamo capire cosa accadrà e magar evitare che un altro soggetto privato la chiuda al pubblico oppure la apra per le sole giornate che l’ente preposto ovvero la Soprintendenza indicherà”. La sindaco ha concluso chiedendo il supporto dell’Anci Veneto, contando sulla folta presenza di primi cittadini del circondario in sala, per fare luce sul futuro di Villa Emo.