Affrontare la vita con coraggio e gentilezza. Determinazione e delicatezza. Forza ed educazione. E’ questo il messaggio che arriva dall’ultima Cenerentola di Walt Disney, film in costume nelle sale in queste settimane che porta la firma di Kenneth Branagh. Una pellicola per bambini che, come tutte le fiabe, trasmette un messaggio universale. Una volta si diceva una morale.
In sala, a dire la verità, pochissimi i bambini, forse perché era un mercoledì sera. All’occhio attento, però, non sono sfuggite le tante adolescenti accompagnate dalla mamma. Ragazzine tra i 13 e i 16 anni che, così è parso sentendo i commenti alla fine della proiezione, hanno ancora voglia di sognare, non hanno ancora del tutto abbandonato l’ingenuità dell’infanzia, non hanno fretta di tuffarsi nel mondo degli adulti. Ragazzine che, forse, raccontano ancora tutto alla mamma, che non si vergognano a farsi vedere con lei, che parlano ancora in famiglia.
Ragazzine che sembrano distanti, molto distanti – ma lo sono poi davvero? – da tante altre che si incrociano per strada ogni giorno, vestite tutte uguali, con tanto trucco sugli occhi e spesso la sigaretta in bocca, con modi volutamente trasandati e parole altrettanto volutamente volgari.
Ragazzine talvolta anche violente, a competere con i coetanei maschi, sperando di essere con questi atteggiamenti alla loro altezza. Tutti, maschi e femmine, se va bene bulli di quartiere, se va male teppisti organizzati in vere e proprie baby gang. Ne spuntano un po’ ovunque: fanno danni a Treviso, come a Padova e a Venezia.
Adolescenti, bombardati dal benessere e dalle notizie, ma forse troppo spesso soli, che perdono il senso di quanto li circonda. E possono arrivare, come successo a Piove di Sacco, a inscenare una decapitazione dell’Isis e a farla girare sui telefonini dicendo che era solo uno scherzo.
All’altro capo del filo ci sono, invece, giovani troppo fragili, troppo chiusi, che si arrendono, perdono la voglia di vivere e si danno la morte. Tragico record nell’ultimo mese a Treviso con ben sei ragazzi che non ce l’hanno fatta più e si sono tolti la vita. Se ne parla, in questo numero, di questi giovani. Per cercare di capire come trasmettere loro la bellezza della vita. Come dice il film: il coraggio e la gentilezza, la forza e l’educazione.
Chiara Semenzato