I controlli igienico sanitari nei pubblici esercizi e nei negozi di alimentari diventano un’occasione di crescita, di messa a punto delle buone prassi e di business. Ciò grazie al progetto Stile Italiano, già conosciuto, nato circa due anni fa grazie ad una proficua collaborazione tra Ulss 2 Marca Trevigiana e Confcommercio, che ha coinvolto aziende della somministrazione e dell’alimentare, che si sono impegnate nei progetti formativi previsti ottenendo così un marchio che è garanzia di qualità, tipicità, tracciabilità.
A rompere completamente il tabù del controllo , trasformandolo in occasione di crescita e di maggiore efficienza per l’impresa, è un nuovo accordo, che viene siglato oggi dalle categorie FIDA e FIPE di Confcommercio ed Ulss 2 Marca Trevigiana, che si rivolge potenzialmente ad una platea di 4000 imprese del comparto alimentare e della somministrazione e che integra il progetto Stile Italiano. L’accordo rientra nel quadro più ampio delle azioni intraprese dalla Ulss 2 Marca Trevigiana che, a partire dal luglio del 2017, ha dato il via al progetto sperimentale di semplificazione del sistema di autocontrollo delle microimprese del settore alimentare.
Un titolo che sta ad indicare non solo un progetto, ma una vera rivoluzione, che pone le Istituzioni a fianco delle imprese, per costruire insieme una migliore e più efficace cultura della salute, col risultato di sburocratizzare i controlli, di renderli più semplici ma altamente efficaci e puntuali, di calendarizzare meglio la formazione e di trasformare le microimprese in agenzie virtuose che dispensano cibo salutare e sicuro e veicolano messaggi di prevenzione della salute. In sostanza un progetto per trasformare obblighi in qualità.
“Con questo nuovo accordo – spiegano Stefano De Rui, coordinatore dell’area sicurezza alimentare e veterinaria e Giuseppina Girlando, responsabile del servizio di igiene degli alimenti della Ulss 2 – andiamo non solo a rafforzare un rapporto che perdura da anni con Confcommercio e che ci ha visto mettere in campo numerosi progetti di prevenzione della salute, ma entriamo direttamente nelle imprese trasformando il controllo in un’occasione di crescita, di messa a sistema di buone prassi e di aumento della sicurezza alimentare. Con la semplificazione, ribaltiamo un concetto, quello del controllo repressivo, che diventa invece un incontro propositivo con l’impresa basato su una nuova consapevolezza della sicurezza alimentare e su alcuni concetti molto semplici e basilari che garantiscono una corretta gestione della cucina e degli alimenti”.
L’accordo prevede che l’azienda richieda, tramite l’Associazione di categoria, una visita dell’Azienda sanitaria con la modalità dell’audit. Ciò prevede la verifica di tutte le situazioni potenzialmente critiche e la formazione periodica relativa per il personale dipendente ed i titolari, con conseguente messa a regime delle buone prassi. Per chi aderisce, scatta anche il meccanismo incentivante ed è possibile ottenere un contributo economico di 100 euro da EBiCom per la formazione. Un bonus sicurezza alimentare mai applicato prima d’ora che segna un passo in avanti nella costruzione di una cultura della sicurezza comune.
“L’auspicio – spiega la presidente di Fipe Confcommercio Dania Sartorato – è ottenere il maggior numero di aziende che sposano il concetto di qualità. Ognuna di esse, avrà fatto un percorso formativo e di autovalutazione e sottoponendosi al controllo, si impegna a mantenere il rispetto delle regole e l’attuazione di buone prassi. Più si diffonde questa convinzione, più alto sarà il livello di qualità e responsabilità dei locali della nostra provincia e più si diffonderà la cultura della sicurezza alimentare. Non è solo un bollino di qualità, ma un marchio di consapevolezza, un’innovazione straordinaria che speriamo di far comprendere anche al consumatore.”
Per Riccardo Zanchetta, presidente di Fida Confcommercio “questo accordo garantisce una gestione corretta anche alle aziende di piccola dimensione che in questo modo hanno la possibilità di organizzare e risolvere le criticità, accedendo ad un percorso formativo mirato ed incentivato. E nel nostro territorio, sono le microimprese la spina dorsale dei piccoli paesi e dei centri urbani. La trasformazione del controllo da momento repressivo a momento incentivante diventa una leva di crescita e cambiamento fondamentale.”
In sintesi, per raggiungere l’obiettivo “O O” che sta per zero tossinfezioni e zero sanzioni, la semplificazione è la carta vincente. Tre ore all’anno di formazione bastano per apprendere un bagaglio di nozioni e competenze che salva la salute dei consumatori, tutela i redditi dell’impresa e fa risparmiare tempo. Quindi: meno carte, meno crocette, meno moduli più formazione e poche semplici regole: cuoci, separa, conserva, pulisci. Che significa in breve pulizia del servizio igienico “vero biglietto da visita del locale”, lavello con comando non manuale e lavaggio mani approfondito (fino al gomito), gestione dello starnuto (coprirsi con la piega del gomito), abbigliamento adeguato (capelli e scarpe), conoscenza dei prodotti sanificanti e dei rispettivi tempi di posa, temperatura sempre controllata, cambio taglieri, controllo etichettatura e tracciabilità, protezione dei cibi, massima attenzione agli allergeni e conseguente comunicazione degli stessi ai consumatori, corretta gestione del ciclo dei rifiuti. Il tutto rispettando i passaggi della mondatura, lavaggio, cottura, impiattamento, uscita, in un percorso di marcia in avanti per evitare qualsiasi contaminazione.
Questo accordo consolida ulteriormente la collaborazione sulla salute già in atto tra Ulss 2 e Confcommercio nei numerosi progetti di prevenzione: il pane mezzo sale, la merenda sana, mamma beve bimbo beve, mangia sano in pausa pranzo, pasto salutare. Di progetto in progetto, al banco del bar, tra gli scaffali dei panifici o dei fruttivendoli, al tavolo del ristorante, l’attenzione alla salute è sempre più alta e cresce di pari passo con la cultura dei consumatori, sempre più attenti al cibo che si mangia, a dove si mangia, a come viene servito e da dove viene.