Il ministro al Turismo Garavaglia attende una bozza sulla proposta da tempo portata avanti dai sindaci delle località balneari sulla richiesta dello Status di Città balneare. Se ne è discusso in settimana nel corso di una video conferenza nel corso della quale il coordinatore G20 Spiagge e sindaco di San Michele al T./Bibione Pasqualino Codognotto ha accolto le proposte dei colleghi che da Nord a Sud Italia rappresentano oltre 60 milioni di turisti.

Nei giorni scorsi una delegazione di primi cittadini dei territori balneari era stata ricevuta dal ministro Garavaglia per affrontare i problemi relativi all’inizio della stagione estiva, le regole da adottare, il rilancio delle attività, la tutela dell’occupazione e l’annoso problema delle concessioni demaniali. Tutto ciò tenendo in seria considerazione l’importanza che ricopre l’economia turistica a livello nazionale ed in specifico nella provincia veneziana. Codognotto ha precisato: “Il ministro attende la proposta-Bozza sullo Status Città balneare. Saremo incalzanti e gliela manderemo quanto prima chiedendo un incontro. Già la settimana prossima mi attiverò con lo studio legale incaricato a predisporre la proposta”. La proposta di Codognotto è stata condivisa all’unanimità dai colleghi presenti in video.

Codognotto ha quindi ribadito: “Si tratta di una sfida complessa ma indispensabile per presentare al Governo la progettualità di un settore fondamentale per la nostra economia, capace di attrarre più di 70 milioni di turisti all’anno. E su questo aspetto da tempo ci stiamo battendo con tutti i colleghi sindaci da Nord, passando per il Centro fino a Sud del Paese.  Una “città balneare” è una città che ha un numero ridotto di residenti (mediamente meno di 15.000) ma che è caratterizzata da una elevata presenza turistica, (più di 1 milione di presenze annue secondo i parametri del G20s). Faccio un esempio: alcune spiagge del nostro litorale nei mesi “caldi” arrivano a centinaia di migliaia di persone al giorno che necessitano di servizi al pari di alcune città capoluogo (utenze varie, sicurezza, sanità).  Il punto centrale di questo inedito status giuridico è la sperequazione tra residenti stabili e presenze turistiche. Lo status giuridico di “Città balneare” ci permetterebbe di investire più risorse in relazione all’effettiva presenza sul territorio, che non può essere limitata ai residenti. Comuni come San Michele al Tagliamento – Bibione o Cavallino Treporti, che non superano i 15mila abitanti, d’estate arrivano rispettivamente a 5.5 milioni e 6.2 milioni di presenze. Per questo è indispensabile rivedere la fiscalità, per usufruire di un maggior residuo fiscale e di maggiori trasferimenti. Due tra le proposte emerse ai tavoli del G20s sono quelle di intervenire sul Fondo Perequativo IMU e sulla possibilità di trattenere in tutto o in parte i canoni demaniali. Queste maggiori risorse aprirebbero scenari inediti e permetterebbero una gestione migliore di tutto il comparto, con ricadute positive per l’intero territorio. Quindi c’è bisogno che realtà come le nostre assumano una configurazione giuridica e abbiano un modo di operare unitario riconosciuto dagli enti competenti sovraordinati. Altrimenti non riusciremo a stare al passo con i tempi e non avremo una politica turistica in grado di rispondere alle nuove esigenze. E’ inaccettabile, per esempio, che ogni anno dobbiamo andare dalle Prefetture a chiedere qualche forza dell’ordine in più visto che d’estate abbiamo punte di 200mila persone al giorno sul nostro territorio, pur avendo Comuni che in media contano poco più di 10mila abitanti. Oggi il nostro modo di operare e dei nostri imprenditori che siedono con noi ai Tavoli di lavoro ha bisogno di essere riconosciuto. Quindi chiediamo con forza il riconoscimento giuridico di Status di città balneare.”