Il mattone in dieci anni si è rivalutato, ma le performance sono modeste. L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato e messo a confronto l’andamento dei prezzi delle abitazioni nelle grandi città italiane tra il 2012 e il 2022.
Nel dettaglio, ha analizzato l’andamento degli immobili in dieci città, a Bari, Bologna, Firenze, Genova, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Verona. La realtà è che, posto uguale a 100 l’indice nel 2012, in ben sette città su dieci lo stesso indicatore si trova al di sotto di tale soglia.
L’andamento nelle città
Solo tre città delle dieci esaminate superano la prova dei dieci anni: Milano guadagna il 28,1%, mentre le case di Bologna guadagnano il 15,5%. Al terzo posto di questo ipotetico podio immobiliare si piazza Firenze, i cui immobili in 10 anni restano sostanzialmente stabili dopo il minimo registrato nel 2014 e nel 2015.
Nelle altre metropoli le case, negli anni analizzati, perdono valore. Quella che ha sofferto di più è Genova (che ha visto il suo patrimonio immobiliare diminuire del 49,1%), a seguire Torino che perde il 26% dopo aver toccato il minimo nel 2020. Nello stesso anno toccano il valore minimo anche gli immobili di Roma che dal 2012 perdono il 24,6% e quelli di Palermo che riducono il loro valore del 21,4%.
E il Veneto?
Verona ha toccato il suo minimo nel 2015, quando le case valevano il 18% in meno rispetto al 2012. L’anno successivo, nel 2016, i prezzi hanno ripreso a crescere garantendo alla città un ottimo recupero, che le ha consentito in dieci anni di minimizzare le perdite (che di fatto si sono fermate al -3,7%).
Guardando al Sud, invece, è Bari la città che ha perso meno valore: -13,4%. Discorso molto simile per Napoli, che dopo il minimo toccato nel 2016 è riuscita a recuperare poi il 5,2% grazie anche qui agli investimenti turistici.