Grazie al progetto “Point of care test in RSA – implementazione di un sistema diagnostico in residenze sanitarie assistite” l’Ulss 2 è risultata vincitrice del premio “Integrazione delle politiche sanitarie con le politiche sociali“ nell’ambito dell’iniziativa “Innovazione in sanità digitale”, organizzata da AGENAS, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali e SICS, Società italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria.

L’innovativo progetto, coordinato dal dr Antonio Antico, direttore dell’Unità operativa complessa Laboratorio Analisi dell’Ulss 2, e dal dr Roberto Rigoli, direttore dei servizi socio sanitari Ulss 2, prevede che apposita strumentazione per esami di laboratorio, posizionata in questa fase di sperimentazione all’ISRAA di Treviso, sia collegata al laboratorio centrale dell’ospedale mediante un sistema informatico che consente di tracciare il paziente e l’operatore, la raccolta, la comunicazione, l’archivio dei risultati dei test effettuati certificando la qualità analitica del dato e assicurando supporto nell’interpretazione dell’esame.

L’implementazione di sistemi diagnostici per analisi decentrate, definiti Point of care Testing (POCT), in una struttura intermedia per l’esecuzione di test biochimici, emocromocitometrici, coagulativi, emogasanalitici e immunometrici di base ha lo scopo di garantire ai ricoverati in struttura le prestazioni essenziali per governare clinicamente la degenza, anche in situazione di emergenza, senza spostare campioni biologici o pazienti creando quindi minori disagi e vantaggi economici.

Per gestire al meglio eventuali criticità che potrebbero insorgere durante la degenza in struttura dei pazienti monitorati tramite le procedure del nuovo progetto, vi è stata una condivisione dello stesso con i medici dei reparti di Pronto Soccorso, Geriatria e Malattie Infettive allo scopo di intervenire in sinergia e con un approccio multidisciplinare in caso di bisogno. 

Il gruppo di lavoro, coordinato dal dr Antico, ha redatto dei protocolli di assistenza, anche a bassa intensità di cura, relativamente alle condizioni cliniche più frequenti riscontrate nell’ambito residenziale assistenziale: febbre, sepsi e scompenso cardiaco. La novità rilevante del progetto, infatti, è fornire, oltre alla disponibilità di parametri biochimici essenziali, un orientamento clinico preciso al personale infermieristico anche in assenza del medico di struttura e tale impostazione faciliterà anche la valutazione del medico di continuità assistenziale eventualmente contattato. 

“Il progetto coordinato dal dr Antico e dal dr Rigoli attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie, ha saputo migliorare l’accesso ai servizi sanitari e la qualità dell’assistenza: dal settembre scorso a tutt’oggi sono stati effettuati 10 ricoveri dall’ISRAA per un totale di 84 giorni di degenza, principalmente per traumi e polmoniti ab ingestis; nello stesso periodo del 2022 i ricoveri sono stati 17 e le giornate di degenza 139. La possibilità quindi di disporre di parametri bioumorali in tempo reale e di protocolli di assistenza garantisce ai cittadini ricoverati in RSA cure sempre più personalizzate ed efficaci. I miei complimenti per il lavoro svolto”, il commento del direttore generale, Francesco Benazzi.