Una lunga conferenza stampa da parte del Governatore del Veneto, Luca Zaia, per difendere l’operatore della Regione stessa in merito alle problematiche relative all’inquinamento da Pfas. Un argomento, quello dell’inquinamento delle acque e delle falde, a partire dal bacino del vicentino, causato da sversamenti di agenti inquinanti scaricati dalle concerie e della presenza di sostanze perfluoro-alchiliche nelle acque, e che purtroppo si allargato ad altre arere geografiche del Veneto . “Prendo atto delle dichiarazioni espresse dai ministeri sulla delicata questione dei Pfas, ma ci sono alcune considerazioni da fare per riportare il tutto in termini di correttezza, a partire dalla distinzione tra acque ad uso potabile (ambito sanitario) e acque superficiali e sotterranee (ambito ambientale)”.
“Il ministero della salute fa uscire anche una nota del direttore generale della prevenzione che dice che bisogna partire dalla Regione del Veneto perché qui è stata riscontrata la concentrazione più alta di Pfas. Rispondo che si deve intervenire in qualsiasi parte del Paese ci sia traccia di questi inquinanti e per questo riteniamo necessario estendere valori di parametro dei Pfas su tutto il territorio nazionale.
Il ministro sottolinea che il nostro ”e’ l’unico Paese in Europa che ha inserito i Pfas negli standard di qualità ambientale delle acque superficiali e sotterranee, imponendo un monitoraggio sul rispetto dei valori soglia anche oltre i confini veneti” Il ministro si dimentica di dire che il monitoraggio è stato imposto a maggio di quest’anno e dopo che il Veneto lo ha sollecitato a più riprese e nelle diverse sedi. Non dice neppure che a quella richiesta nessuna regione ha risposto e il ministero ad agosto ha dovuto tornare ad insistere perché il monitoraggio venisse avviato. Non è quindi il Veneto ad essere in ritardo ma chi lo ha fatto quattro anni dopo che il problema è stato segnalato a livello nazionale dal CNR”.