La costruzione dell'acquedotto di Mestre - foto archivio Veritas
La costruzione dell'acquedotto di Mestre - foto archivio Veritas

Giovedì 27 ottobre l’acquedotto di Mestre compie 110 anni.
E’ stato infatti inaugurato il 27 ottobre 1912 facendo zampillare l’acqua da una fontana provvisoria, realizzata per l’occasione.

Le celebrazioni

Per ricordare degnamente l’anniversario, Veritas ha organizzato una tavola rotonda che si terrà giovedì 27 ottobre 2022 alle 17 all’interno chiostro del Museo M9 di Mestre. Parteciperanno il direttore generale di Veritas, Andrea Razzini; l’assessore all’Ambiente del Comune di Venezia, Massimiliano De Martin; il presidente del Centro studi storici di Mestre, Roberto Stevanato; la storica della sanità Nelli-Elena Vanzan Marchini; il direttore del Servizio idrico integrato di Veritas, Umberto Benedetti.

Da quel giorno, e per una settimana, sempre all’interno del chiostro sarà allestita una mostra fotografica aperta al pubblico sulla storia e sulla costruzione dell’acquedotto.

La storia

L’acquedotto pubblico di Mestre è stato inaugurato il 27 ottobre 1912, dopo tre anni di lavori e un progetto modificato in corso d’opera per adeguarlo allo sviluppo sociale e urbanistico della città, che all’epoca non arrivava a 18.000 abitanti.
L’idea di costruire un acquedotto pubblico, che sostituisse gli insalubri e poco sicuri pozzi dai quali i cittadini prelevavano l’acqua, risale alla fine dell’Ottocento.
L’iter subisce un’accelerazione nel 1904, quando due ingegneri incaricati dal Comune di Mestre elaborano un progetto che prevede di fornire acqua potabile a 12.000 abitanti, prelevata da un campo acquifero di Zero Branco (Tv).
La portata inizialmente prevista di 2.000 metri cubi al giorno è però ritenuta insufficiente, quindi viene elevata a 3.000, modificando anche il percorso dei tubi, che passano così per Campocroce anziché sull’argine del fiume Zero.

Nel 1909 la portata viene ancora aumentata a 5.000 metri cubi al giorno e finalmente i lavori possono partire. Cresce però il costo di realizzazione dell’opera: da 280.500 lire del 1904 (attuali 1.300.000 euro) si arriva a 658.000 lire del 1909 (5.600.000 euro).
Il nuovo acquedotto – lungo oltre 20 km e dotato di 162 idranti antincendio utilizzati anche per la pulizia delle strade – preleva l’acqua dai pozzi di Zero Branco, scorre nei tubi sotto il Terraglio e arriva a Mestre, nella stazione di pompaggio di via Santa Maria dei Battuti.
La condotta adduttrice che porta l’acqua da Zero Branco a Mestre è lunga 16 km, con tubi di cemento armato di 50 cm di diametro, posati su un fondo di calcestruzzo a 1,50 metri di profondità.
Il 27 ottobre 1912 il nuovo acquedotto di Mestre viene inaugurato.
Alla fine del 1922 cominciano i lavori di realizzazione dell’acquedotto di Marghera.
L’acqua arriva nella centrale di piazzale Sirtori (attuale sede dell’acquedotto di Marghera) grazie a una derivazione dalla condotta per Venezia, sotto il cavalcavia della Giustizia.
La torre piezometrica di Marghera è invece del 1925. È un edificio di calcestruzzo armato, a pianta circolare, alto 57,50 metri, con un serbatoio in grado di contenere 800 metri cubi d’acqua.
La capacità totale dell’acquedotto di Marghera è di 18.000 metri cubi al giorno, dal momento che la rete deve rifornire anche la zona industriale, dal momento che l’acquedotto industriale entra in funzione solo nel 1973.
Tuttavia, a metà del 1926, con la Città giardino ancora in costruzione, vengono erogati solo 3.000 metri cubi.

L’acquedotto attuale

L’attuale acquedotto di Mestre e della Terraferma misura 887 km e ogni anno eroga circa 27 milioni di metri cubi (27 miliardi di litri) di acqua potabile.
La rete è alimentata dalle centrali di Marghera, Ca’ Solaro e Gazzera.
L’acqua viene prelevata per la maggior parte dai pozzi di Zero Branco e Quinto (Tv) e, per una quota minore, da quelli di Morgano (Tv), Sant’Ambrogio (Pd) e Canove (Ve). Solo una piccola parte viene prelevata dal fiume Sile e potabilizzata nell’impianto di Ca’ Solaro.
La rete è integrata dal Savec, il Sistema acquedottistico del Veneto centrale realizzato dalla Regione Veneto in collaborazione con alcuni gestori idrici, Veritas tra questi. L’acqua è prelevata dalla falda di Carmignano di Brenta (Pd) e distribuita nei vari territori.
L’acqua Veritas ( si legge in una nota ufficiale del gruppo) è di ottima qualità, attentamente controllata (il laboratorio aziendale verifica ogni anno 200.000 parametri), rispettosa dell’ambiente, sostenibile ed economica: 1.000 litri costano circa 1,5 euro.
Ogni anno, per migliorare reti, strutture e impianti del servizio idrico integrato (quindi dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione), Veritas investe circa 50 milioni di euro.