I contraccolpi della pandemia e dei ripetuti lockdown hanno inevitabilmente inciso sulla salute mentale di buona parte della popolazione mondiale, causando un inevitabile malessere.

Senso di solitudine e socialità ridotta, in particolar modo, sembrano aver colpito soprattutto le fasce più giovani.

Malessere post covid: lo studio

Secondo uno studio realizzato nel Regno Unito dal Prince’s Trust e condotto dal professor Timothy Matthews, a due anni dall’inizio delle misure di lockdown il 35 per cento dei giovani afferma di non sapere come fare nuove amicizie e di non essersi mai sentito così solo.

È interessante soffermarsi su un ulteriore dettaglio: in passato, infatti, nel Regno Unito i giovani (di età compresa tra 16 e 24 anni) non erano considerati un gruppo demografico a sé. Tuttavia, nel 2015 il progetto Loneliness della BBC ha intervistato oltre 50.000 persone e ha scoperto che i loro tassi di solitudine erano simili a quelli degli anziani. Una condizione che la pandemia da Covid-19 ha inevitabilmente accentuato.

Ma non è tutto: secondo gli studi del professor Timothy Matthews, coloro che hanno sperimentato un senso di solitudine alle scuole superiori hanno conseguito una qualifica inferiore e hanno riscontrato più problemi di sonno, soffrendo di ansia e depressione.

Solitudine e ansia

E i risultati emersi non si fermano qui: il 40% dei giovani, infatti, ha dichiarato di soffrire anche di ansia da socializzazione, mentre un terzo afferma di non sapere come fare nuove amicizie.

Inoltre, un’altra indagine britannica condotta dall’Ufficio per le statistiche nazionali ha dimostrato che i giovani tra i 16 e i 29 anni sono molto più ansiosi della popolazione generale.