Sabato 25 marzo il celebre violoncellista sarà a Treviso con l’Accademia dell’Annunciata per un “Concerto italiano” tutto dedicato a Bach

 

La primavera del Teatro Mario Del Monaco entra subito nel vivo con un appuntamento tra gli imperdibili della stagione concertistica 2022/2023. Sabato 25 marzo alle ore 20.30 il palcoscenico trevigiano accoglierà il gradito ritorno di uno dei più completi e ricercati artisti della sua generazione: la star internazionale del violoncello Mario Brunello.

Il musicista originario di Castelfranco Veneto, accompagnato dall’orchestra barocca Accademia dell’Annunciata, guidata al cembalo da Riccardo Doni, presenterà “Concerto Italiano”, un programma interamente dedicato a Bach e all’influenza che lo stile italiano ebbe sul celebre compositore di Eisenach.

Solista, direttore, musicista da camera e direttore artistico de I Suoni delle DolomitiMario Brunello è stato il primo europeo a vincere il Concorso Čaikovskij a Mosca nel 1986. Il suo stile autentico e appassionato lo ha portato a collaborare con i più importanti direttori al mondo. Brunello suona un prezioso Maggini dei primi del Seicento, al quale ha affiancato negli ultimi anni il violoncello piccolo a quattro corde, che utilizzerà proprio nell’appuntamento trevigiano.

Strumento molto usato in epoca barocca, presenta l’accordatura del violino all’ottava inferiore, che gli consente di mantenere la profondità e le sfumature scure tipiche del violoncello. Proprio con l’Accademia dell’Annunciata Brunello ha inciso e pubblicato, nel 2020, un disco dedicato a Tartini, in cui esplora tutte le potenzialità del violoncello piccolo, ottenendo il prestigioso premio Diapason d’or.

L’Accademia dell’Annunciata nasce nel 2009 ad Abbiategrasso, in provincia di Milano, nell’omonimo complesso monumentale leonardesco. Attraverso molteplici esperienze ha sviluppato una propria e distintiva identità che coniuga la specializzazione in ambito barocco – attraverso l’uso di strumenti originali – con un altrettanto solida preparazione in campo preclassico e classico e il coinvolgimento sia musicisti giovani che di consolidata esperienza. Con il direttore musicale Riccardo Doni l’Accademia affronta un repertorio che abbraccia un ampio arco temporale e stilistico: dal primo Settecento fino al classicismo mozartiano, con particolare attenzione ad autori raramente inclusi nei cartelloni.

Nel concerto del 25 marzo Brunello illustrerà come Bach sappia essere italiano senza aver mai visitato l’Italia. Il compositore tedesco, infatti, è maestro nel padroneggiare lo stile concertistico all’italiana, quello più ricercato e alla moda nell’Europa del primo Settecento.

Ne viene a conoscenza grazie a edizioni, manoscritti e testimonianze, come quella di Pisendel, violinista sassone amico di Vivaldi, il principale innovatore del concerto solistico. Il Prete Rosso affascina enormemente Bach, che lo studia trascrivendone per tastiera molti concerti, ne coglie le innovazioni, si fa contaminare.

Il terzo Brandeburghese, per nove parti di archi suddivisi in tre trii, ha il brio e la leggerezza dello stile vivaldiano, cui Bach infonde profondità e sapienza musicali, dissimulate dalla sua totale padronanza delle tecniche compositive; il Concerto Italiano elabora il gusto musicale del Bel Paese con straordinarie varietà e originalità.

Il più celebre tra i figli di Bach, Carl Philip Emanuel, apprende lo stile paterno e lo traghetta nella generazione successiva, con la grazia e la contenutezza che lo contraddistinguono. Bach continua a esercitare un influsso decisivo nei compositori contemporanei: ecco allora in programma anche una meditazione sull’opera del compositore tedesco di Steuart Pincombe, violoncellista americano con cui Brunello ha più volte collaborato.