È stato presentato oggi a Resana l’esito della ricerca condotta da Una Casa per l’Uomo, Kirikù e L’Incontro su 42 enti dell’Unione dei Comuni della Marca Occidentale

 

L’incontro “FAttori di comunità” che si è tenuto questa mattina al Centro Culturale di Resana ha riportato gli esiti dell’indagine co-progettata dai Servizi Sociali dell’Unione dei Comuni della Marca Occidentale e dalle Cooperative Una casa per l’uomo, Kirikù e L’incontro in collaborazione con SHERPA, spin off dell’Università di Padova, su 42 enti, aziende e realtà territoriali – dal mondo della scuola, allo sport e al tempo libero.

La mattinata si inserisce nel progetto “Tessere”, un laboratorio per sperimentare rinnovate alleanze tra diversi attori delle comunità, promosso dall’Unione dei Comuni della Marca Occidentale (Loria, Resana, Riese Pio X e Vedelago). Tra le priorità sono emerse la necessità di un’attenzione sempre maggiore a sfide come le “nuove vulnerabilità” e l’importanza di rafforzare una programmazione condivisa tra le tante anime del territorio, che possano in questo modo prendersi cura della comunità in cui vivono.

L’analisi è stata condotta attraverso interviste a un’eterogeneità di realtà differenti (42 in totale) appartenenti al territorio dell’Unione dei Comuni della Marca Occidentale (Loria, Resana, Riese Pio X e Vedelago) e afferenti al mondo della religione cattolica (es Scout, oratori, parrocchie…), le associazioni sportive, le sedi comunali AVIS, gli Istituti scolastici e le associazioni dei genitori, i Gruppi Alpini, le Pro Loco e le aziende. Realtà che oggi sono chiamate quotidianamente a fronteggiare non solo le “vecchie sfide” del mondo del sociale (l’inclusione e il supporto dei soggetti fragili, come ad esempio le persone con disabilità, i migranti, le famiglie in condizione di povertà estrema ecc.), ma soprattutto nuovi bisogni frutto di cambiamenti sociali sempre più rapidi e imprevedibili, in primis l’aumento delle cosiddette nuove povertà, rappresentate da lavoratori poveri (persone che pur avendo un lavoro non riescono a vivere in modo dignitoso), ma anche da fragilità legate a temporanee situazioni di vulnerabilità. Da queste personalità emerge chiaramente la diminuzione del senso di comunità e della partecipazione attiva, nonostante l’impegno concreto e costante di tutte le realtà intervistate a innescare (attraverso la convivialità, l’aggregazione sociale e la solidarietà) processi di costruzione di comunità in cui sia più desiderabile vivere, e che avrebbero un impatto positivo anche sul benessere psicofisico dei singoli componenti delle comunità stesse, attivando un circolo virtuoso prezioso.

Tre dunque le macroaree individuate: lavoro, abitare ed educazione. In particolare, tra le priorità stilate dagli enti interrogati, emerge la necessità di migliorare gli spazi di aggregazione sociale, di costruire nuove strategie e modalità di collaborazione tra scuole, famiglie e comunità per il sostegno educativo, di valorizzare lo sport come mezzo di educazione e aggregazione, di promuovere il valore fondamentale della dimensione di comunità, intesa come una comunità educante in cui tutti sono responsabili dell’educazione dei giovani e giovanissimi cittadini, infine la possibilità di trovare con e nella comunità strategie e soluzioni efficaci e sostenibili alle difficoltà economiche e abitative delle famiglie e delle persone più vulnerabili e fragili. Alcune esperienze innovative di accompagnamento all’abitare co-programmato e co-progettato tra diversi attori sono già state attivate, come il co housing (in particolare a Vedelago e Resana grazie alla collaborazione con ATER, l’Ipab Mons L. Crico – Fossalunga e le parrocchie); mentre sul tema del lavoro si sono tenuti degli incontri di confronto, conoscenza e messa in rete di competenze, risorse e strumenti al fine di attivare azioni in co-progettazione tra gli attori che a vario titolo abitano il mondo del lavoro – aziende, Centro per l’Impiego/Veneto Lavoro, servizi sociali e socio sanitari, enti accreditati per i servizi al lavoro, Terzo Settore, associazioni di categoria e Comuni – per sviluppare e modellare percorsi per l’occupabilità e l’occupazione con attenzione all’importanza delle diversità, dell’equità e dell’inclusione nei luoghi di lavoro.

Poiché dall’indagine sono emerse ancora criticità nella dimensione della co-programmazione e soprattutto nello sviluppo di strategie a medio-lungo termine condivise, emerge l’importanza di alimentare e promuovere un lavoro coordinato e condiviso tra tutte le realtà disponibili e interessate o semplicemente sensibili che sono presenti nel territorio, affinché ognuno responsabilmente metta a disposizione strumenti e competenze specifiche per la costruzione di un futuro migliore per una comunità relazionale, inclusiva e generativa che sappia prendersi cura di sé.  Alla base c’è la volontà, da parte degli enti coinvolti, di superare la logica di interventi autoreferenziali e in emergenza: per questo “Tessere” si propone come start-up di buone prassi e di un metodo per rispondere alle sfide fin qui delineate.

“Il lavoro fatto con il progetto Tessere ha fatto emergere la chiara consapevolezza del territorio rispetto alle sfide che lo aspettano nel periodo post pandemico. Altrettanta è la consapevolezza della ricchezza rappresentata dall’economia civile dei quattro comuni. Si tratta quindi di riconnettere e rafforzare quel patrimonio relazionale per affrontare le sfide legate alle fragilità lavorative, educative e abitative con un’azione sinergica che sappia prevenire i rischi di esclusione e di marginalizzazione al fine di mantenere inclusiva e attrattiva la nostra comunità” spiegano Matteo Stefanato, presidente Cooperativa L’incontro, Giorgio Gallina, presidente Una Casa per l’Uomo, e Mauro Gazzola, presidente della Cooperativa Kirikù.