Fabio Lupo
Fabio Lupo

Fabio Lupo da oggi non è più il direttore sportivo del Venezia FC. Un lavoro durato poco più di un anno, in cui l’ex diesse arancioneroverde, numeri alla mano, ha ottenuto i risultati richiesti. Ma il cambio di proprietà ha portato il club lagunare a fare questa scelta così commentata dal diretto interessato.
“Nel giugno dell’anno scorso sono arrivato in un periodo in cui il Venezia era appena retrocesso sul campo e c’erano tante incognite. Invece, ora, lascio tante certezze, un patrimonio tecnico, tante entrate dovute ai cartellini d’ingaggio, la valorizzazione di tanti giocatori e di un allenatore prima sconosciuto. In breve, lascio tanto senza aver trovato nulla”.
Ma per quale motivo il presidente Niederauer non le ha voluto dare ancora fiducia?
“Inizialmente, per alcune divergenze di opinioni sulle modalità operative, cioè sul metodo ed il modello da applicare alla società calcistica. Duncan voleva portare un modello basato sui numeri, sui dati, sulle statistiche, in senso contrario a quello che lui definiva un modello tradizionale di calcio. Per me invece il modello è diverso, è fatto di cose più concrete, di conoscenze fatte sul campo. Un modello che ha portato a dei risultati, quello di Duncan, invece, non si sa”.
Quindi il presidente, per fare mercato, guarda solamente le statistiche di ogni singolo giocatore?
“Sì, dati statistici da rielaborare poi con quella che lui chiama una “commissione”, composta da più persone. Un modello, a mio avviso, non applicabile al mondo del calcio. Da questa cosa sono nate le prime divergenze, cui poi si sono aggiunte quelle sull’operatività. Voleva che si iniziasse a fare mercato prima che finisse il campionato, prima di capire in quale si sarebbe giocato. Poi il presidente ha iniziato a lavorare  già con quelli che sono i miei successori (Collauto e Poggi, n.d.t), e questo lo ritengo una mancanza di rispetto nei miei riguardi. Soprattutto perché è successo nella fase finale della stagione, in un momento decisivo di quello che sarebbe stato il futuro del club”.
È stato fatto qualche appunto, da parte di Niederauer, sulla durata di qualche contratto?
“No, e senza voler essere presuntuoso, credo che non sia neanche possibile, perché i contratti sono stati fatti tutti in coerenza con la volontà dei giocatori e, soprattutto, è stato compiuto il tutto all’interno del budget che era stato messo a disposizione. Di certo, non mi ha giocato il fatto di essere stato scelto da Tacopina”.
Ma quindi nel frattempo i suoi successori hanno già operato sul mercato?
“Sì, si sono mossi, hanno fatto telefonate, hanno mandato e-mail, come se non ci fosse stato un direttore sportivo. Questo non è stato molto carino nei riguardi me e di Ortoli, perché noi insieme qualcosa abbiamo fatto, e non lo dico io ma parlano i fatti, che dicono 50 punti, risultati concreti insomma, non delle chiacchiere”.
Secondo lei Dionisi continuerà ad essere l’allenatore del Venezia?
“La cosa non mi riguarda più, diciamo che ha diverse squadre che lo stanno richiedendo. E questa cosa conferma quanto abbiamo lavorato bene”.