Nuovo allarme maltempo e danni superiori alla caduta alberi o blackout quelli avvenuti questo weekend in provincia di Belluno. Stiamo assistendo ad un continuo botta e risposta tra siccità e bombe d’acqua, due fenomeni che abbiamo imparato a conoscere attraverso questi ultimi anni e che stanno determinando la crisi idrica attuale. L’analisi delle temperature dall’inizio della primavera ha evidenziato quanto questa sia la stagione più calda in assoluto degli ultimi due secoli. Gli ultimi fatti avvenuti dimostrano quanto le precipitazioni piovose siano diventate più concentrate e capaci di aumentare il rischio idrogeologico dei territori.

La Regione Veneto ha apportato delle rettifiche al bando che attiva 2,5 milioni di euro a favore del ripristino delle foreste danneggiate dalle calamità naturali e eventi climatici. La rettifica avvenute nelle ultime ore riguarda le condizioni di ammissibilità degli interventi. L’investimento andrà a sostenere le attività finalizzata al ripristino dei danni alle foreste e la stabilizzazione/recupero del territorio forestale in cui si sono verificati fenomeni di dissesto idrogeologico quali smottamenti e frane.

Per recuperare il gap infrastrutturale rispetto agli altri stati europei lo Stato Italiano oltre da una riforma del governo del territorio dovrebbe apportarne una del governo dell’acqua, oggi frammentato fra chi regola il servizio idrico civile, chi è impegnato sul fronte degli impieghi produttivi della risorsa e chi è preposto al controllo della sicurezza idraulica. Considerando che le risorse idriche sono strettamente locali, l’integrazione dei livelli di gestione dovrebbe spettare alle regioni. Questo punto potrebbe avvalorare il referendum sulla autonomia e sottolineare quanto la gestione del budget possa rendere più efficace il governo del territorio. Non ci rimane che aspettare e vedere le prossime azioni in materia di prevenzione e messa in sicurezza del territorio da parte della Regione Veneto.