ll maltempo ha mietuto le sue prime vittime, anche in Veneto, ma Regione e cittadini stanno rispondendo presente mettendo in moto la macchina dei soccorsi. In merito alla questione meteorologica, oggi dall’Unità di Crisi di Marghera il presidente della Regione Luca Zaia, insieme all’assessore regionale alla protezione civile Gianpaolo Bottacin, ha aggiornato la stampa:
“Da quest’ondata di maltempo ne usciamo martoriati. Ma se non avessimo realizzato i lavori per il rafforzamento degli argini dei corsi d’acqua, che nel 2010 avevano fatto registrare 32 sfondamenti arginali, il bilancio poteva essere molto più grave. Abbiamo salvato vite”.
I danni sono evidenti ma pare che la Regione non si sia lasciata cogliere impreparata: “I modelli previsionali hanno funzionato e per questo vanno ringraziati i tecnici che li hanno messi a punto, come vanno ringraziati tutti coloro che stanno lavorando per affrontare l’emergenza in queste ore. La provincia di Belluno, completamente isolata, ha subito tutto quello che si poteva avere: incendio boschivo, acqua, temporali, trombe d’aria, vento, frane. Sono caduti molti alberi e 122 mila utenze sono ancora senza energia elettrica. L’alluvione del 2010 è niente rispetto a quello che è accaduto in questi giorni nel bellunese. Ma anche le altre province venete sono in emergenza. Sembrava un’esagerazione quando abbiamo lanciato l’allarme e chiesto l’attivazione della protezione civile nazionale, ma la situazione ci fa dire che avevamo ragione.”
Sarebbe ancora troppo presto, però, per fare una stima esatta dei danni, non essendo ancora terminata l’emergenza, come ricordato da Zaia: “I danni sono ingenti, probabilmente si tratta di centinaia di milioni di euro. E’ presto per dirlo. Per l’alluvione del 2010 in un primo tempo la stima era di cento milioni di danni ma alla fine abbiamo cubato un miliardo. Lasciateci quantificare a bocce ferme. Ma per attivare l’intervento finanziario del governo chiediamo anche a cittadini, ai sindaci di raccogliere materiale fotografico per istruire il dossier. Tutto il Veneto è in stato di calamità e i danni vanno documentati bene”.
“I dati pluviometrici – ha detto Zaia – sono i peggiori degli ultimi 100 anni. Peggio del ’66. Abbiamo avuto un vittima, alla cui famiglia va il nostro cordoglio. Si registravano due dispersi ieri, ma uno è stato trovato. Il ponte di Bassano, che è un simbolo, ci preoccupava ma non sembrano esserci problemi. Ringraziamo le regioni che ci hanno mandato squadre di protezione civile. Penso sia un bel segnale. Il Veneto è sempre stato pronto a dare aiuto nelle emergenze e ora riceve il contraccambio. Un ringraziamento va anche alla protezione civile nazionale e all’esercito”.
Il ha toccato i 2500 mc. di acqua al secondo, come segnalato dall’assessore Bottacin, ovvero il volume massimo che il fiume può ricevere. In alcune zone sono stati raggiunti i 700 mm di pioggia, un dato assolutamente incredibile anche rispetto al ’66. Per giovedì sono attese altre precipitazioni.
Come confermato dal capo della protezione civile Borrelli, si tratta di un evento eccezionale a cui però si era preparati: “Bene ha fatto il Veneto quindi a chiedere la mobilitazione in sede nazionale”.