Mascherine obbligatorie solo al chiuso o quando si verifica un assembramento, mani igienizzate però niente più guanti: queste sono senz’altro alcune delle novità più importanti della nuova Ordinanza Regionale, che il Presidente Luca Zaia ha annunciato oggi, nel consueto punto stampa nella sede della Protezione Civile a Marghera, e che sarà in vigore dal 1′ al 15 giugno. Di seguito i punti principali del suo intervento.
Il bollettino – Oltre 645mila tamponi fatti, 1.834 soggetti in isolamento, i positivi sono 19.134 (+9), pazienti ricoverati 411 (-15), di cui, in terapia intensiva, 31 persone (-3, i Covid sono solo 7), dimessi 3.349 (+13), morti in totale 1906 (+8), 76 nati.
Mascherine – “Da lunedì – ha affermato Zaia – i cittadini dovranno avere sempre con sé la mascherina, pronta all’uso. Ma sarà obbligatorio indossarle nei luoghi chiusi aperti al pubblico e all’esterno, quando non è possibile garantire la distanza di sicurezza tra i non conviventi; questo significa che in automobile, in presenza di altri, non dovranno indossarla, a patto che sia rispettata la distanza di un metro e fatta eccezione per i conviventi. I bambini sotto i 6 anni e i soggetti che non possono portarla per motivi di salute rimangono ancora esentati dall’obbligo di utilizzare la mascherina”.
Guanti – “Le mani dovranno essere igienizzate, ma i guanti non sono più obbligatori, perché non solo non si trovano, ma anche perché le persone non li cambiavano per tutto il giorno. E questo vale anche negli esercizi commerciali, sia per i clienti che per gli operatori”.
Assembramenti – “Permane il divieto di assembramenti in area pubblica, eccezion fatta per i conviventi, ma non in area privata. In buona sostanza: i cittadini potranno finalmente organizzarsi una grigliata in famiglia”.
Centri benessere – “Dal 1^ giugno, da quando cioè entrerà in vigore la nuova ordinanza, potranno riaprire i centri termali e benessere, ovviamente osservando le nuove linee guida regionali. Saune e bagni turchi potranno essere aperti solo se sono ad uso individuale”.
Case di riposo – “Le case di riposo e le strutture di assistenza potranno prendere in carico nuovi ospiti, e i parenti potranno quindi tornare a far visita agli anziani di queste strutture”.
Centri estivi – “Nel DPCM c’era una falla che abbiamo risolto in questo modo: i gestori dei centri estivi dovranno informare il relativo Comune inviando un’apposita scheda, stessa cosa per l’Ulss, in cui si impegna ad adottare le linee guida. Scheda che deve essere sottoscritta fra gestore e genitore in modo tale che le famiglie facciano sorveglianza attiva e consiste, quindi, in un patto di responsabilità. Per dire: se il bambino ha febbre o tosse, i genitori devono tenerlo a casa. Per i bambini dagli 0 ai 3 anni, se la situazione non si sbloccherà, scriveremo un’ordinanza ad hoc, perché quella di cui stiamo parlando riguarda la fascia 3-17 anni. Altro cambiamento importante: l’accompagnatore dei bambini dovrà essere “preferibilmente” sotto i 60 anni, ciò significa che i nonni potranno andare a portare e e prendere i bambini ai centri, stessa cosa vale per gli operatori”.
Sicurezza sul lavoro – “Fino ad oggi era rimasta in sospeso la Formazione per la sicurezza sul lavoro. Ora riprenderà”.
Spiagge – “Per gli ombrelloni la superficie minima è di 12 metri quadrati, così ci siamo accordati nelle zone dell’alto Adriatico. Quanto alle spiagge libere: non essendoci gestione, la responsabilità in merito a distanziamento e sorveglianza ricadrà sul cittadino che le frequenterà. Comnque i Comuni potranno organizzare le spiagge libere, nei casi in cui ciò sarà possibile”.
Turismo – “Il Ministro degli Esteri deve far valere il proprio peso, perché il Veneto, oltretutto prima regione turistica d’Italia, non può non saper nulla, e neppure accettare che la Svizzera consideri gli italiani degli appestati, e che si facciano corridoi che ci escludono. Non esiste che qualcuno ci cataloghi come la Wuhan d’Europa, per il sol fatto che siamo stati i primi ad affrontare l’emergenza COVID-19. Quello che manca – ha affermato Zaia – è una regia a livello comunitario, quindi un riferimento europeo, perché i Paesi decidono in autonomia, è diventato tutto un fai da te”.