La carenza di medici di base sta diventando un problema sempre più urgente in molti comuni del Veneto. Il recente caso della dottoressa Maria Laura Riggi a Giavera del Montello ha portato alla luce le sfide che questi professionisti affrontano quotidianamente, dalle minacce dei pazienti alla sfiducia basata sulla provenienza geografica.

Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl 2, offre uno spiraglio di speranza: “Nelle prossime settimane andranno in pensione sei medici, ma nei mesi successivi ne entrerà in servizio una decina”. Tuttavia, Benazzi sottolinea l’importanza del supporto da parte delle amministrazioni comunali, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di ambulatori a prezzi accessibili per i giovani medici che iniziano la loro carriera.

Il sindaco di Giavera, Andrea Maccari, si è mostrato proattivo di fronte alla partenza della dottoressa Riggi, contattando immediatamente Benazzi per richiedere un sostituto. “Gli anziani e le persone con problemi di deambulazione non sono in grado di affrontare spostamenti di chilometri”, ha dichiarato Maccari, aggiungendo la sua disponibilità a fornire supporto per quanto riguarda gli affitti degli ambulatori.

Il caso della dottoressa Riggi, che si trasferirà a Volpago il 23, ha evidenziato anche le tensioni che possono sorgere tra medici e pazienti. Simone Tasso, direttore di distretto, ha rivelato che la dottoressa aveva manifestato problemi diversi mesi fa, principalmente legati al forte legame che alcuni pazienti mantenevano con il suo predecessore, il dottor Lotoro.

Tasso ha criticato la decisione della dottoressa di affiggere un cartello di denuncia, definendolo “l’unico errore”, poiché generalizza un problema causato da “poche pecore nere” a tutta la comunità di Giavera, che il direttore descrive come “squisita” basandosi sulla sua esperienza personale nel poliambulatorio locale.

Questa situazione mette in luce la necessità di un approccio multifaceted per affrontare la crisi dei medici di base:

  1. Supporto amministrativo: I comuni devono essere pronti a offrire soluzioni abitative e professionali accessibili ai medici, specialmente ai giovani professionisti.
  2. Continuità assistenziale: È fondamentale garantire una transizione fluida quando un medico lascia l’incarico, per evitare disagi ai pazienti, soprattutto quelli più vulnerabili.
  3. Integrazione culturale: Bisogna lavorare per superare i pregiudizi basati sulla provenienza geografica dei medici, valorizzando le competenze professionali.
  4. Gestione dei conflitti: È necessario implementare meccanismi efficaci per gestire le tensioni tra medici e pazienti, proteggendo i professionisti da minacce e comportamenti inappropriati.
  5. Comunicazione efficace: I medici e le autorità sanitarie devono lavorare insieme per una comunicazione trasparente e rispettosa con la comunità, evitando generalizzazioni dannose.

Mentre l’Ulss 2 si prepara ad accogliere nuovi medici nei prossimi mesi, rimane cruciale l’impegno congiunto di istituzioni, comunità e professionisti sanitari per creare un ambiente di lavoro sostenibile e attraente per i medici di base, garantendo così un’assistenza sanitaria di qualità per tutti i cittadini.