Polizia di Frontiera in azione all'Aeroporto Marco Polo di Tessera
Polizia di Frontiera in azione all'Aeroporto Marco Polo di Tessera

Nella serata del 14 febbraio, gli uomini della Polizia di Frontiera di Venezia hanno individuato un passeggero su cui gravava un mandato di cattura internazionale, emesso dalla competente autorità tunisina.

In occasione dei controlli sul volo proveniente dall’Arabia Saudita i poliziotti hanno sottoposto ad intervista di frontiera un cittadino tunisino, il quale esibiva passaporto e carta di identità francesi, che, sottoposti ad approfondita analisi da parte degli operatori specializzati, sono risultati poi essere falsi.

Per tale ragione lo stesso è stato deferito alla Procura della Repubblica ai sensi degli artt. 497 bis, 482, e 648 (Possesso documento falso valido per espatrio, falso e ricettazione) e posto in stato di respingimento.

Nelle more dell’esecuzione del respingimento, con rimpatrio al paese d’origine, sono state svolte ulteriori approfondite indagini, tramite il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia e l’Interpol, che hanno portato ad accertare che a carico dell’uomo gravava un provvedimento di cattura internazionale, in virtù di un mandato d’arresto emesso dalla Tunisia.

È stato, pertanto, eseguito l’arresto del soggetto, condotto presso il carcere di Santa Maria Maggiore, messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, Corte D’Appello di Venezia, competente a decidere circa l’applicazione di una misura a carico del cittadino, colpito da una sentenza o un provvedimento di uno Stato estero, in attesa di richiesta di estradizione.

L’arresto è stato convalidato in data 19 febbraio ed è stato disposto il suo trattenimento in carcere, in attesa della decisione sull’estradizione.

Tale risultato è il frutto dell’intensificazione dei controlli della Polizia di Frontiera sulle tratte aeree a rischio; sullo stesso volo infatti erano presenti anche due cittadini pakistani sprovvisti di documenti di identità, verosimilmente distrutti dopo l’imbarco, deferiti entrambi ai sensi dell’art. 490 c.p. (soppressione, distruzione, occultamento di atti veri) e posti in stato di respingimento.