Per dare battaglia al cibo sintetico scendono in campo anche i giovani di Coldiretti. Ieri durante il secondo incontro dell’Academy alla presenza del segretario generale Vincenzo Gesmundo e dell’Europarlamentare Paolo De Castro, il delegato degli under 30, Marco De Zotti, ha lanciato l’appello a tutti i colleghi provinciali invitandoli a dare l’esempio e a farsi promotori della raccolta firme su tutto il territorio. La campagna per dire no ai prodotti Frankenstein e sì ad una sana alimentazione vede in prima linea Coldiretti, Fondazione Campagna Amica, Filiera Italia e World Farmers Markets Coalition. A fianco tutte le articolazioni della struttura, tecnici, produttori, senior, donne, coinvolti in un impegno corale a sostegno del “Made in Italy”.
“Predisporremo un info point al mercato agricolo coperto di Mestre in via Palamidese 3/5 per informare le persone su quanto sta accadendo – afferma Davide Montino responsabile dei Giovani Imprenditori di Coldiretti Venezia subito operativo “stanno cercando di imporre sul mercato un nuovo modo di mangiare: le responsabili sono le multinazionali del latte senza vacche, della carne costruita in laboratorio, del pesce finto, – spiega Montino – che presto potrebbero avere il lascia passare europeo con le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio di produzioni create in laboratorio. È necessario sensibilizzare le famiglie sui rischi. La demonizzazione di bistecche, braciole, prosciutti, salami, formaggi espressione della tradizione, qualità, identità, coincide in maniera evidente con la propaganda del passaggio a una dieta unica mondiale, dove il cibo sintetico si candida a sostituire quello naturale. Si tratta infatti di una profonda contraddizione che colpisce le tipicità tradizionali, che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato e che rischiano invece di essere condannate all’estinzione mentre – ad esempio la ‘carne in provetta” ottenuta in laboratorio da cellule in vitro – è oggetto di forti investimenti. Questo nuovo business nasconde rilevanti interessi economici e speculazioni internazionali – conclude Montino – dirette a sconvolgere il sistema agroalimentare mondiale e a minare le basi della dieta mediterranea. Serve, dunque, un segnale chiaro dall’Unione Europea che deve dimostrare di stare dalla parte giusta”.