Con il 2017 la Pedemontana Veneta (150 chilometri d’asfalto) diventa un “affare” della Regione. Questa la decisione del ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, il quale ha affidato la gestione di un’opera considerata strategica (valore 2,3 miliardi di euro) all’ente guidato da Luca Zaia. Dopo anni di polemiche seguite al calcolo dei flussi di traffico e al conseguente commissariamento, si cambia dunque strada.
Finora i lavori effettuati coprono il 30% del tracciato, grazie anche ai 600 milioni di investimento pubblico. Mancano i capitali privati, ma in Regione sono fiduciosi in una revisione della concessione al consorzio Sis, la cordata aggiudicataria del bando composta dall’imprenditore Claudio Dogliani e dagli spagnoli della Sacyr, dopo un’analisi più approfondita dei volumi di traffico potenziali affidata a due nuovi advisor.
Il nodo gordiano resta infatti il meccanismo di compensazione (con i soldi della Regione) nel caso i flussi ai caselli non fossero in linea con le stime, un aspetto sul quale ha sollevato qualche perplessità la stessa Authority anti-corruzione presieduta da Raffaele Cantone.
Il governatore Zaia ha comunque assicurato che la Pedemontana Veneta entrerà in esercizio entro il 2018, con l’ultimo tratto in funzione dal 2020.