Lo chiamano “Il Presidente”, ma è solo uno dei suoi mille soprannomi. Daniele Moro è il leader della Gioventù Gialloblu, la tifoseria organizzata più divertente del volley femminile. Cuore pulsante della curva dell’Imoco Conegliano, la Gioventù Gialloblu è oggi una realtà invidiata in tutti i palazzetti d’Italia. Daniele Moro, il nostro “allenatore in curva” di questo mese, ce ne racconta i segreti in esclusiva. Con un grande scoop!! [s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

whatsapp-image-2017-01-08-at-14-43-30NOME: Daniele Moro

Età: 38 anni

Professione: operaio

Soprannome: Il Presidente (e molti altri…)

Ruolo in curva: responsabile della Gioventù Gialloblu

 

Daniele, una domandina su di te per scaldarci. Come ti sei avvicinato al mondo della Pallavolo?

A 14, 15 anni seguivo la Sisley, all’inizio tantissimo poi un po’ meno causa lavoro. Quando però è nata l’Imoco, la curiosità di conoscere il volley femminile, mai visto prima, mi ha riportato dopo anni al Palaverde: la passione mi è esplosa dentro subito, e da lì è stata un’escalation.

Perché è così bella la pallavolo femminile?

Nel volley femminile vedi maggiormente la tattica e la tecnica, ci sono scambi più lunghi, insomma ammiri la pallavolo “vera”. Tra i maschi ormai si lavoro perlopiù sulla potenza, le azioni sono troppo veloci per apprezzare appieno il gioco in se stesso.

Come hai vissuto l’impatto dell’Imoco sul pubblico, in questi anni?

All’inizio l’impatto è stato povero, perché il pubblico trevigiano aveva ben poche aspettative, orfano com’era della grande Sisley. Poi con le prime vittorie delle Pantere, i tifosi hanno iniziato a venire sempre di più: l’effetto-Palaverde si è fatto subito sentire e da lì è stata tutta un’escalation. Più la squadra vinceva, più gente veniva allo stadio, e viceversa.

Come si vive al Palaverde la partita, dalla curva? Dico solo che l’Imoco Conegliano vanta il pubblico più grande d’italia. E’ fantastico. Noi sentiamo di essere il settimo uomo in campo, una sensazione impagabile per un tifoso. Molte elementi di altre squadre invidiano le giocatrici della nostra squadra anche per questo…

Parlaci un po’ della Gioventù Gialloblu. Come siete nati?

E’ nata alla fine della prima stagione dell’Imoco, e il tutto è partito ufficialmente all’inizio della seconda, quindi nel 2013/14: eravamo in tanti, eravamo tutti giovani, e volevamo avere una nostra identità all’interno della curva. Così ci siamo organizzati e abbiamo subito preparato uno striscione più grande per il Palaverde e uno più piccolo per le trasferte.

faccedamurata_notizieplus0079Quanti siete?

Quest’anno abbiamo raggiunto i 62 tesserati, anche se lo zoccolo duro è composto da 25 unità circa, ossia quei ragazzi sempre presenti in casa e in trasferta. Quest’anno in particolare siamo riusciti a inglobare nuova gente che prima veniva al Palaverde per i fatti propri.

C’è un limite d’età per entrare a farvi parte?

Assolutamente no! Per far parte della Gioventù Gialloblu bisogna essere giovani dentro, nello spirito, e vivere lo sport e il tifo come un divertimento. Noi diciamo sempre che chi tifa con la Gioventù Gialloblu non timbra il cartellino: deve venire allo stadio esclusivamente perché ha piacere di farlo e voglia di divertirsi.

Qual è il vostro più grande motivo d’orgoglio?

Ce ne sono tanti, ma se devo sceglierne uno dico la coreografia della Pantera: ci abbiamo lavorato 4 mesi, ed è uscita al quarto di finale contro Modena due anni fa. Fantastico, è stata una scommessa vinta: all’inizio sembrava impossibile. Ci abbiamo lavorato solo noi della Gioventù Gialloblu, 4-5 ore ogni sabato e 4-5 ore ogni domenica. Prima studiata da un grafico al computer, poi realizzata materialmente da noi.

Pensi che la riproporrete?

No, ma ti do un’anteprima: stiamo già lavorando ad una nuova super-coreografia per i play-off di quest’anno!! [/s2If]