Posa prima pietra impianto a idrogeno rinnovabile
Posa prima pietra impianto a idrogeno rinnovabile

Questa mattina, nello stabilimento dell’azienda Sapio a Porto Marghera, è stata di scena la posa della prima pietra dei lavori per la realizzazione del primo impianto di idrogeno rinnovabile a 500 bar in Italia.

Erano inoltre presenti il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di coesione e per il PNRR, Tommaso Foti, l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Roberto Marcato, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Fulvio Lino Di Blasio, e l’assessore comunale all’Ambiente, Massimiliano De Martin. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Gruppo Sapio, Alberto Dossi.

Nel corso dell’evento è stato ribadito che il progetto è stato candidato da Sapio ed ECO+ECO al bando Hydrogen Valley in Aree industriali Dismesse, pubblicato nell’ambito del PNRR, e ha ricevuto un finanziamento complessivo di circa 17 milioni di euro, di cui 14 milioni per l’impianto di elettrolisi e di compressione a 500 bar di Sapio e 3 milioni per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico di ECO+ECO, parte del gruppo Veritas, la multiutility veneta.

“È da quando ero presidente di Confindustria che difendo il ruolo dell’idrogeno e ho continuato a farlo anche da sindaco”, ha esordito il primo cittadino. “Come Amministrazione abbiamo ordinato 90 autobus a idrogeno, stiamo creando un mercato per bilanciare le fonti energetiche, anche in chiave geopolitica. Serve lavorare seriamente anche sul sistema tariffario dell’idrogeno, almeno nella fase iniziale, per sostenerlo. Insieme a Enel, stiamo sostituendo la rete dei cavi per garantire una infrastruttura adeguata ai maggiori consumi su tutto il territorio comunale. Per realizzare la transizione energetica è necessario più tempo, richiesta che stiamo facendo anche in Europa. Questo Governo ha creduto in noi e continua a sostenerci. Ringrazio tutti i ministeri, i tecnici, la Regione, l’assessore Marcato, abbiamo sempre lavorato insieme con fiducia reciproca. I porti sono fondamentali per connetterci con il mondo. E’ importante capire la componente essenziale del sistema porto e la sua funzione, non è solo logistica, ma è anche industria. Un termine che va sicuramente rafforzato e consolidato. Dobbiamo tutti impegnarci per attrarre nuovi investimenti produttivi, perché sono questi che ci permetteranno di fare il salto di qualità. Serve una reindustrializzazione del Paese, mentre c’è ancora chi spinge per la deindustrializzazione”.

Il sindaco Brugnaro si è poi complimentato con l’azienda Sapio per essere tra le pioniere in questo ambito. “Dobbiamo iniziare – ha poi aggiunto – a pensare all’energia come leva per attrarre sviluppo industriale, abbassando i costi che sono tra i più alti d’Europa. Bene la ZLS (Zona Logistica Semplificata), ma va finanziata per più anni, così da attrarre investimenti duraturi e permettere una vera pianificazione. A Porto Marghera stiamo attraendo funzioni e specializzazioni che includono anche nuove categorie e nuove professionalità. Creiamo così occasioni di crescita e sviluppo per il futuro dei nostri giovani”.

Tra gli interventi, quello del presidente Dossi che ha definito il progetto proiettato “al futuro con radici profonde nel nostro passato. Si tratta di investimenti che costituiscono il primo tassello per la creazione di un hub energetico strategico nell’area, capace di rivitalizzare Porto Marghera e renderla più attrattiva per attività industriali, logistiche e di ricerca e sviluppo in chiave sostenibile”.

Mentre il ministro Foti ha posto l’attenzione sul “superamento degli ostacoli legati agli iter autorizzativi per il raggiungimento di un obiettivo comune: la realizzazione l’Hydrogen Valley”. Dello stesso tono anche l’intervento dell’assessore Marcato, il quale ha evidenziato come questo sia “l’esempio di un’attività corale dove tutti hanno lavorato con un unico obiettivo: spingere la transizione energetica e ambientale nella quale la Regione Veneto crede molto”.

“Oggi a Porto Marghera si avvera quanto sostengo da anni, che cioè la ZLS avrebbe prodotto investimenti economici importantissimi e vitali, e reso possibile il sogno di grande hub di innovazione e sostenibilità. Inizia la creazione della più grande Hydrogen Valley d’Italia, quella che abbiamo delineato nel Nuovo Piano Energetico Regionale come pilastro per la transizione sostenibile dell’area del Porto. Al Governo dico: voi dateci le risorse per la ZLS e noi le mettiamo a terra ‘more veneto’, senza sprechi, senza perder tempo, senza burocrazia. L’avvio dei lavori per l’impianto di idrogeno green di Sapio è l’inizio della rinascita per Porto Marghera, hub di innovazione energetica per ridurre sempre più l’uso di combustibile fossile”. Così invece l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, il quale ha aggiunto “Abbiamo fatto un ottimo lavoro, nonostante quando abbiamo iniziato non ci siano stati grandi sponsor. Pareva una impresa impossibile; nella realtà, oggi i frutti già si vedono. La Regione del Veneto ha fatto davvero un grande sforzo per dare a Porto Marghera, a Venezia e a tutta quest’area una possibilità di sviluppo sostenibile grazie alla ZSL. Per non far perdere occasioni importanti ad aziende che sono prontissime ad investire, abbiamo bisogno di poter contare su risorse certe da mettere a terra e di una programmazione pluriennale dei contributi da Roma. In questo contiamo di avere dalla nostra parte sia il Governo che il Porto, con cui non manchiamo mai di condividere strategia e visione”.

Il progetto dell’Hydrogen Valley di Venezia, è stato spiegato, ha l’obiettivo primario di innescare e supportare i processi di decarbonizzazione nel mondo. Questo prevede:

  • la realizzazione da parte di ECO+ECO, di un Parco Fotovoltaico da circa 2 MW dedicato e connesso direttamente all’impianto di produzione di idrogeno, con lo scopo di alimentare lo stesso con energia elettrica rinnovabile;
  • l’installazione nello stabilimento di Sapio, di un Elettrolizzatore di 5 MW per la produzione di circa 500 ton/anno di idrogeno rinnovabile;
  • la creazione di un hub logistico per l’impiego di carri bombolai ad alta pressione, con l’obiettivo di ridurre l’impatto del trasporto dell’idrogeno, sia in termini emissivi sia economici.

I nuovi carri bombolai avranno una pressione di riempimento di 500 bar e potranno infatti trasportare una quantità di idrogeno maggiore rispetto all’attuale soluzione con carri a 200 bar, permettendo di aumentare la quantità di idrogeno per ogni trasporto e di ridurre il numero di viaggi.